Questo è il cambiamento di cui abbiamo bisogno
03 Novembre 2008
di Barack Obama
Questo è un momento cruciale per la nostra storia. Stiamo affrontando la peggiore crisi economica dai tempi della Grande Depressione: nel corso dell’anno 760 mila persone hanno perso il posto di lavoro. Il mondo degli affari e le famiglie non possono accedere al credito. Il valore delle case è in caduta libera e le pensioni scompaiono. Le retribuzioni sono le più basse degli ultimi dieci anni, in una fase in cui i costi per i trattamenti sanitari e il college non sono mai stati così alti.
In un momento come questo, non possiamo permetterci altri quattro anni di aumento delle spese, di tagli delle imposte mal concepiti o di una completa mancanza di norme di vigilanza, che ora anche l’ex presidente della Federal Reserve, Alain Greenspan, ritiene sia stato un errore. L’America ha bisogno di una nuova direzione. Ecco perché sono in corsa per la presidenza degli Stati Uniti.
Domani potrete dare a questo paese il cambiamento di cui ha bisogno.
Il mio avversario, il Senatore McCain, ha servito il suo paese con grande onore. E può anche dimostrare come in alcune circostanze del passato ha rotto col suo partito. Ma negli otto anni trascorsi, ha votato con il Presidente Bush il 90 per cento delle volte. E quando parla di economia, non può dire agli americani che si comporterà differentemente da George Bush.
Non è un cambiamento proporre un piano sulle tasse che non dà un penny di aiuto agli oltre 100 milioni di americani appartenenti alla middle class, un piano che persino il "National Review" e altri organizzazioni conservatrici criticano perché fa troppo poco per aiutare la classe media. Non è un cambiamento aggiungere più di 5 trilioni di dollari al deficit che abbiamo raggiunto negli anni passati. Non è un cambiamento proporre un piano per risolvere la crisi immobiliare che mette altri 300 miliardi dei contribuenti a rischio, un piano che, per la direzione di questo giornale, “solleva più domande di quelle cui riesce a rispondere”.
Se c’è una cosa che abbiamo imparato da questa crisi economica, è che siamo tutti sulla stessa barca. Dai grandi manager agli azionisti, dai finanziatori ai lavorati delle aziende, scommettiamo l’uno nel successo dell’altro perché più gli americani prosperano, più è l’America a prosperare.
Ecco perché abbiamo avuto capitani d’industria che di pagar bene i propri dipendenti hanno fatto una missione, affinché potessero permettersi di comprare i prodotti che fabbricavano; businessmen come Warren Buffet, del cui supporto sono orgoglioso. Ecco perché la nostra economia è stata la più grande generatrice di ricchezza del mondo. E’ stata l’onda che ha innalzato la barca della più ampia classe media della storia.
Per ricostruire la middle class, garantirò riduzioni fiscali al 95 per cento dei lavoratori e delle loro famiglie. Se lavori, paghi le tasse e guadagni in tutto meno di 200 mila dollari, avrai un taglio delle tasse. Se fatturi più di 250 mila dollari, pagherai le tasse a un’aliquota inferiore di quella degli anni ‘90; e le plusvalenze e le tasse sui dividendi saranno di un terzo inferiori rispetto alla presidenza Reagan.
Creeremo due milioni di posti di lavoro, ricostruendo le nostre traballanti infrastrutture ed estendendo le linee a banda larga affinché raggiungano ogni angolo del paese. Investirò 15 miliardi di dollari all’anno per i prossimi dieci anni nelle energie rinnovabili, creando 5 milioni di nuovi posti di lavoro “verdi”, ben remunerati, che non possono essere dati in outsourcing e possono contribuire a far cessare la nostra dipendenza dal petrolio del Medio Oriente.
Per quanto riguarda l’assistenza sanitaria non dobbiamo scegliere tra un sistema pubblico e un sistema che non ci possiamo più permettere come quello che abbiamo ora. Il piano del mio avversario vi farebbe pagare le tasse sull’assistenza sanitaria per la prima volta nella storia. Il mio piano renderebbe l’assistenza sanitaria aperta e accessibile a tutti gli americani. Se hai già un’assicurazione sanitaria, con il mio piano l’unica cosa a cambiare sarà il premio, che sarà più basso. Se non ce l’hai, sarai in grado di farti lo stesso piano assicurativo dei membri del Congresso.
Per garantire a ogni bambino un’educazione di livello internazionale, affinché possa competere nell’economia globale per i posti di lavoro del ventunesimo secolo, investirò nella formazione durante l’infanzia e recluterò un esercito di nuovi insegnanti. Ma allo stesso tempo esigerò standard più alti e maggiore responsabilità. E faremo un accordo con ogni giovane americano: se ti impegni a servire la tua comunità o il tuo paese, faremo in modo che l’istruzione sia alla tua portata.
E quando parliamo di mantenere sicuro questo paese, porterò a termine la guerra in Iraq responsabilmente, così che la smetteremo di spendere 10 miliardi di dollari al mese in Iraq mentre questo si trova seduto su un surplus ben maggiore. Per amore della nostra economia, del nostro esercito e della stabilità dell’Iraq nel lungo periodo, è tempo che gli iracheni si alzino in piedi. Porterò finalmente a termine la lotta contro bin Laden e i terroristi di Al Qaeda che ci hanno attaccato l’11 settembre, costruirò nuove partnership per sconfiggere le minacce del ventunesimo secolo e ristabilirò il nostro prestigio morale in modo che l’America potrà rimanere l’ultima, migliore speranza sulla terra.
Tutto ciò non sarà facile. Non si realizzerà nell’arco di una notte. Ma credo che noi possiamo farcela perché io credo nell’America. Questo è il paese che ha permesso ai nostri genitori e ai nostri nonni, sebbene questi non ci siano potuti andare, di credere che, risparmiando un po’ ogni settimana, i propri figli avrebbero potuto frequentare il college; sebbene non hanno mai potuto averne una, di credere che grazie al loro duro lavoro, i figli avrebbero potuto aprire una propria attività. In ogni momento della nostra storia, abbiamo alzato la testa per affrontare le nostre sfide, perché non abbiamo mai dimenticato la verità fondamentale che in America il nostro destino non è scritto per noi ma da noi.
Quindi domani vi chiedo di scrivere il prossimo grande capitolo della nostra nazione. Vi chiedo di credere, non solo nella mia capacità di realizzare il cambiamento, ma nella vostra. Domani, potete scegliere politiche che investono nella nostra classe media, creano nuovi posti di lavoro e fanno crescere la nostra economia in modo che tutti abbiano una chance di avere successo. Potete scegliere la speranza contro la paura, l’unità contro la divisione, la promessa di cambiamento contro il potere dello status quo. Se mi date il vostro voto, non vinceremo solo questa elezione, perché insieme cambieremo questo paese e il mondo intero.
Traduzione Emiliano Stornelli
Tratto da "The Wall Street Journal"