Questo video è una bomba contro Hillary e Democratici
20 Ottobre 2016
In questi video esplosivi di “Project Veritas”, esponenti di alcuni gruppi di pressione del partito democratico americano – caduti nella trappola di un giornalista – ammettono di usare sporchi trucchi e finanziamenti occulti nella campagna elettorale di Hillary Clinton. Del tipo: c’è una manifestazione di Trump? Mandiamo i nostri a fare casino cercando di far scoppiare delle violenze. E poi diamo la colpa a Trump.
Il video bomba è un autogol di inaudite dimensioni per i democratici americani, che raccontano come se niente fosse le porcherie che combinano in campagna elettorale, dando inoltre l’impressione che non si tratti di comportamenti circoscritti bensì di pratiche abituali, una vera e propria tradizione democratica del malaffare. E chi ha spifferato tutto è gente che è stata licenziata dai Dem dopo l’uscita dei video, personaggi che sanno di cosa parlano.
Ma il punto è che, nonostante i due video rilasciati fino adesso dal giornalista americano abbiano ottenuto milioni di visualizzazioni in tutto il mondo, negli Usa, a cominciare da YouTube, qualcuno sta remando contro. Il video non passa, non viene rilanciato dai grandi media. In realtà, questo materiale getta una luce inquietante sulla politica Usa e quella, squallida, dei democratici: guardatelo.
No, non è una nuova fiction americana genere House of Cards, nella gloriosa tradizione complottista così frequente negli Usa. James Edward O’Keefe, che si descrive come un giornalista investigativo e regista, con la sua telecamera nascosta ci fa entrare in un mondo incredibile, che sembra un perfetto set su politici senza scrupoli, imbroglioni, cinici e machiavellici. Sembra. Ma è la realtà, per quanto pazzesca possa sembrare; quello a cui O’Keefe ci fa assistere è il subdolo “dietro le quinte” della macchina elettorale del Partito Democratico. Si confessano, come fosse pura normalità, truffe elettorali, manipolazione di voti, organizzazione scientifica di incidenti e tafferugli nei comizi e nelle convention degli avversari, nello specifico di Donald Trump.
Se siete già pronti ad alzare la manina contro quella che potrebbe sembrare la perfetta bufala mandata in rete, a certificare la fonte, ovvero l’autore dell’inchiesta, è l’autorevole National Review che in questo pezzo ci racconta come O’Keefe in passato abbia già smascherato altre frodi elettorali. Project Veritas Action, di cui O’Keefe è fondatore, ha rilasciato due video che svelano i segreti più oscuri nella campagna elettorale presidenziale, ai più alti livelli. Parliamo del Comitato Nazionale Democratico (da adesso in poi DNC) e dello staff della Clinton. Il giornalista sotto copertura rivela chi sono gli attori chiave del coordinamento di tutte queste operazioni clandestine a sostegno di Hillary. Qualcosa che potevamo solo immaginare, ma senza crederci fino in fondo.
Il materiale dei pericolosi messaggi di posta elettronica diffusi da Wikileaks aveva aperto una sola anta dell’armadio democratico pieno di scheletri; questi video completano il quadro. Affari sporchi, manipolazione dei media e traffico di denaro sono la strada sicura, veloce e indolore che porta alla poltrona della Sala Ovale. Le immagini rivelano le numerose zone d’ombra dietro le quinte dei dibattiti e delle convention elettorali, per esempio. Il risultato di quello che milioni di americani guardano con fiducia in televisione è artefatto da un velo che il Comitato Nazionale Democratico e lo staff della Clinton riescono a intessere con la più vile delle mistificazioni.
Abbiamo tra le mani l’esito di un anno di indagini di giornalisti sotto copertura. Scott Foval (il primo uomo che compare nel video) è il direttore nazionale di una organizzazione no-profit chiamata Americans United for Change. Nel filmato lo vediamo ammettere al reporter sotto copertura di essere stato a suo tempo messo sotto contratto “direttamente dal DNC e lo staff elettorale della Clinton”. Aggiungendo “lo staff Clinton paga il DNC, il DNC paga Democracy Partners, Democracy Partners paga il ‘gruppo Fova’, che se ne va in giro a mettere in moto la macchina del fango [merda]”.
Bob Creamer (il secondo uomo che vediamo nel video) è invece fondatore e partner del sito web della società di consulenza Democracy Partners. E’ il marito di Jan Shakowsky, membro del Congresso. Nel 2005 è stato dichiarato colpevole di violazioni fiscali e frodi bancarie. “Dovunque stiano per andare Trump e Pence, noi organizziamo un evento e abbiamo un’intera squadra che attraversa il Paese, e che fa da consulente al Partito Democratico”, rivela Creamer all’investigatore. “Il mio ruolo è quello di gestire questo apparato di persone”. L’indagine sotto copertura rivela prove convincenti sull’uso di denaro sporco e su plausibili violazioni delle leggi federali da parte dello staff di Hillary Clinton, del Super PAC Priorities USA (comitato che dona fondi a favore di iniziative elettorali) e del DNC.
Foval racconta come occorra, anzitutto, fare in modo che nel canale di informazioni tra il DNC, lo staff Clinton, l’azione politica dei comitati e altre organizzazioni, vi sia il cosiddetto “double blind” (doppio cieco: la capacità di impedire ad altre persone coinvolte di venire a conoscenza di determinate informazioni), “così da poter facilmente negare di essere a conoscenza di alcunché” . “Un esempio di quello che facciamo? Ti ricordi quando, nell’Iowa, Scott Walker afferrò il braccio di un tizio e sembrava che lo stesse malmenando proprio sotto il palco, giusto dov’era la telecamera?”, domanda Foval al giornalista sotto copertura. “Era uno dei nostri. Il ragazzo lavora per Bob” (Creamer, ndr). “Non solo,” aggiunge Foval, “tutt’intorno erano piazzate persone in modo che non sembrasse un incidente, e che si scatenasse una reazione per quanto accaduto”.
Foval racconta anche di una sessantanovenne che affermò di essere stata aggredita durante un evento di Trump in North Carolina. “Era una delle nostre attiviste”. Spunta la parolina magica: “bird dogging”.
Con questa espressione – bird dogging – si indicano tattiche per creare incidenti su misura, ad esempio “piazzando persone in prima linea, sotto il palco del comizio, dalle sei del mattino, in modo che quando Trump scende in mezzo alla folla sono i primi a stargli intorno per far confusione. Per contestarlo davanti ai giornalisti. Sono messi di proposito lì”, spiega Foval. “Si tratta di un tipo di operazione che richiede circa due settimane di preparazione per queste persone. Le si addestra a cominciare dal tipo di domande che devono fare”.
“Quello che sto dicendo è che noi paghiamo malati di mente per non fare un cazzo. O meglio per fare il lavoro sporco”, continua Foval ripreso dalle telecamere nascoste. “Negli ultimi vent’anni non sai a quanti ragazzi senza casa ho dato del denaro, li ho addestrati a fare cose folli. Gli ho pagato una cena, un hotel, e una doccia. Tutto lì. E li ho inseriti in un programma. Appena ho bisogno li chiamo, gli dico di cosa devono fare e loro sono felicissimi di essere a mia disposizione”. Cosa devono fare queste persone? Creare situazioni di aggressività e confusione, per poter dire che ai comizi di Trump scoppiano incidenti, che i seguaci del Don sono dei violenti. Ed è questo infatti un punto fondamentale, sempre ripetuto, della propaganda democratica contro Trump.
Dopo aver svelato alcuni di questi trucchi, come le connessioni tra le varie organizzazioni nascoste della campagna Clinton, o la capacità di creare situazioni violente durante gli eventi repubblicani, e in particolar modo di Trump, nella seconda puntata dell’indagine viene esposto lo schema di frode elettorale servendosi di denaro contante. Hillary, il Partito Democratico e il suo staff, a quanto pare, non hanno lasciato, davvero, mai niente al caso. Scott Foval, ignaro di essere ripreso, continua a raccontare il dietro le quinte raccapricciante di questa campagna elettorale, e non solo. “Sono cinquant’anni che ci serviamo di emarginati dalla società contro quei bastardi, stronzi [i repubblicani], non possiamo fermarci ora”.
Con una schiettezza da mettere i brividi, uno che si trova nelle più alte sfere operative del DNC ammette che, più o meno da cinquant’anni, i democratici barano alle elezioni. Qualche volta ci sono riusciti, altre hanno fallito miseramente. Nonostante tutto. Foval passa poi a spiegare il sinistro complotto e come evitare di essere beccati sul fatto. Il reporter sotto copertura lo incalza e Foval mostra come non ci sia il rischio di azioni penali. “Potrebbero accusare ogni individuo di frode elettorale? Pensaci bene… Un conto è se queste persone si muovono con le auto personali, un altro è se si muovono in autobus, no? Un dettaglio che cambia tutta la dinamica”. Chi realizza queste vere e proprie truffe elettorali sposta consistenti gruppi di persone da uno stato all’altro, per farli votare dove serve. Cioè pagano il trasporto delle persone ma lo fanno con attenzione, in modo che non si possa risalire a loro, procurando auto in affitto individuali, con la targa dello stato in cui vanno a votare, attraverso “società di comodo”.
Questi sistemi sono collaudati, spiega Foval, perché i democratici li usano appunto da cinquant’anni. E si vede O’Keefe che propone a Creamer di utilizzare come elettori-truffa un gruppo di immigrati senza cittadinanza americana. Fantastico, è la risposta, dai che ci serve gente… Foval ammette, inoltre, di non aver paura dei media, dei giornalisti, della legge, perché nessuno li può fermare. Nessuno può fermare il DNC e la Clinton. “Di qualsiasi cosa vengano a conoscenza non ci interessa: niente può essere trasformato in una indagine. Non hanno il potere di fare nulla”. Dai video emerge che il ruolo di Foval è di muoversi, apparentemente, “allo scoperto”, mentre Creamer si occupa delle faccende illegali. Il resto guardatelo voi, ascoltatelo con le vostre orecchie. Signori, basta spingere il tasto “play” e il Partito Democratico vi porta sul set, un set nel quale, però, si decidono le sorti dell’umanità.
* Project Veritas Action è stato fondato per indagare e denunciare episodi di corruzione e altri comportamenti illeciti.