Dopo il rientro nei ranghi della Rai di Santoro e Biagi, Gustavo Selva si chiede in una lettera perché
a lui non sia stata offerta questa possibilità. L’oggi senatore di An infatti,
già corrispondente
tv e radio da Bruxelles, direttore del
Gr2 ('Radiobelva') e de "Il Gazzettino", quotidiano del NordEst, fu “doppiamente epurato dalla Tv e
dalla Radio della Rai per ragioni politiche” dal cosiddetto "editto" Mussi.
Lo stesso
Fabio Mussi che è oggi ministro dell'Università, e che ha pubblicamente e “molto
onestamente” riconosciuto il torto fatto a Selva. Non solo, Selva denuncia
anche il suo “ vegetare nella disattività dell'attuale Senato della
Repubblica”, ben noto ai vertici di
viale Mazzini, ai quali il 5 gennaio aveva comunicato la disponibilità a
dimettersi da Senatore della Repubblica per rientrare in Rai, senza però
ricevere alcun segnale, se non il contentino di segnalare la sua “stimolante
provocazione alle direzioni editoriali competenti”. Sembra quindi che in Rai “poche cose
sono cambiate”, per dirla con Enzo Biagi, che però usufruisce dell’immobilità che
l’emittente di stato si è costruita sulla “spartizione del potere fra i partiti che la
sinistra postcomunista (usa, ndr) per
presentare e difendere i suoi uomini, per definizione professionalmente i
migliori”.