Ragazzi, la facciamo o no questa rivoluzione conservatrice e liberale?
04 Settembre 2011
Pronti. Via. È partita la sesta edizione della Summer School organizzata dalla Fondazione Magna Carta e noi siamo qui per raccontarvi in un diario quotidiano le storie e le esperienze che vivremo in questi giorni a Villa Tuscolana. Ieri abbiamo dato il via ufficiale ai lavori, e per questo la prima puntata della nostra cronaca la dedichiamo prevalentemente agli interventi dei "big", i protagonisti della giornata di apertura. In fondo noi, gli studenti, siamo arrivati da poco a Frascati, dateci ancora un po’ di tempo per conoscerci meglio (lo stiamo già facendo), e da domani sentirete meglio la nostra voce, cosa ne pensiamo.
Comunque, per tornare alla cronaca di ieri pomeriggio, dopo una trepida attesa abbiamo ascoltato con silenziosa attenzione la lectio magistralis del Cardinale Angelo Bagnasco. Tanto per arrivare subito al punto: l’intervento di Bagnasco è stato uno sprone per rimettere la persona al centro della società, attraverso quella “intelligenza che deve leggere il presente e guardare al futuro”. E’ piaciuto più di altri quel passaggio in cui il Cardinale ha detto che “nella società non si sopravvive, si è”.
Prima c’erano stati il discorso introduttivo del Presidente Valli ("la Summer School è una palestra per capire e analizzare la politica") e i saluti di apertura dei Senatori Gaetano Quagliariello ("questa scuola è un momento di costruzione del PdL, perché il partito si costruisce a livello della classe dirigente ma anche partendo dal basso, attraverso di voi") e Maurizio Gasparri ("il PdL vive una fase di consolidamento e ringiovanimento. Non siamo un partito di plastica, ma una forza vivace e in continua evoluzione "). Una spinta a interagire che ha contagiato gli studenti, nei corridoi, tra una lezione e l’altra, si parlava del rilancio della cultura liberale e di una nuova rivoluzione conservatrice, convinti che quella della sinistra sia una falsa egemonia. Come potrebbe essere una Italia governata da loro? Come dare a quelle idee il riconoscimento che meritano?
A sorpresa, prima dell’arrivo di Bagnasco, è arrivato anche Antonio Tajani, vicepresidente della commissione Europea, che ha detto senza troppo giri di parole che per affrontare la crisi economica bisogna ripartire dalla crescita, riscoprire l’economia reale, non solo quella finanziaria. Tornare a produrre, insomma. Ma la giornata per gli studenti produttiva lo è stata sicuramente, a cominciare dalle lezioni, con Ida Nicotra su politica e giustizia nel Ventunesimo secolo, con Francesco Forte sugli ideali e il programma economico del PdL nel lungo periodo, con Giovanni Guzzetta sulla legge elettorale e con Pia Luisa Bianco sui lati oscuri delle relazioni internazionali.
Il dado è tratto, la "sfida educativa", come l’ha chiamata Bagnasco, è stata lanciata, e chissà se stanotte quelle parole del Cardinale sul rischio di una società vuota, persa dietro il consumismo e l’edonismo, una vita dai valori appassiti, risuonano come un monito nelle teste dei 6o ragazzi prima di addormentarsi. O forse invece li tengono svegli, chiedendo più determinazione e dandogli la forza di credere in qualcosa di meglio per il loro futuro.