Rai. Cda, consiglieri dell’opposizione lasciano la riunione su nomine

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Rai. Cda, consiglieri dell’opposizione lasciano la riunione su nomine

20 Maggio 2009

Il consiglieri d’amministrazione Rai vicini all’opposizione parlamentare hanno abbandonato la riunione del Cda prima del voto sulle nomine proposte dal direttore generale. Ad uscire dalla sala del settimo piano di Viale Mazzini per protesta sono stati i consiglieri Nino Rizzo Nervo, Giorgio Van Straten e Rodolfo De Laurentiis.

Al centro delle polemiche sono le prime proposte di nomina formulate dal direttore generale Mauro Masi – Tg1, Raiuno e quattro vicedirettori generali – ma sulle ipotesi c’è stato subito lo scontro.

L’opposizione è insorta immediatamente, in testa il segretario del Pd Dario Franceschini. L’Usigrai ha chiesto un’audizione urgente in Vigilanza e il presidente della bicamerale, Sergio Zavoli, ha stigmatizzato la mancata valorizzazione delle risorse interne.

Meno corposo rispetto alle indiscrezioni circolate nei giorni scorsi e mirato a sanare le situazioni di emergenza, come Tg1 e Raiuno, il pacchetto del dg comprenderebbe – a quanto si apprende – le indicazioni di Augusto Minzolini, notista politico della Stampa, per la guida del principale tg; Mauro Mazza, attuale direttore del Tg2, per la rete ammiraglia, che lascerebbe il posto a uno dei suoi vice; come vicedirettori generali – con deleghe organizzative e istruttorie – Giancarlo Leone (già vice dell’ex dg Claudio Cappon), Lorenza Lei, Gianfranco Comanducci e Antonio Marano, che manterrebbe anche l’interim di Raidue. "Non ho mai visto fare delle nomine Rai che incidano direttamente sul sistema dell’informazione in piena campagna elettorale e in par condicio", attacca Franceschini. "Se il buongiorno si vede dal mattino, Garimberti e Masi stanno azzerando la propria credibilità", rincara la dose il leader Udc Pier Ferdinando Casini. La logica, replica Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, è quella di "rilanciare un’azienda pubblica che è stata lasciata in stato quasi comatoso dalla gestione disastrosa della sinistra".

Il clima si preannunciava acceso anche al settimo piano di Viale Mazzini. Il consigliere Nino Rizzo Nervo, in particolare, ha invitato Masi a "ritirare le proposte", e ha affermato che i candidati sono "gli stessi nomi decisi nella riunione tenutasi il mese scorso a Palazzo Grazioli", residenza privata del premier Berlusconi, e parla di rischio di "frattura insanabile". Più moderata sarebbe la posizione del presidente, Paolo Garimberti che – come ha spiegato anche in audizione in Vigilanza, in accordo con Masi – considera in particolare il Tg1 e Raiuno due nomine strategiche e urgenti per il rilancio dell’azienda.

Una valutazione che sarebbe stata confermata da una lettera molto allarmata inviata a Garimberti da Andrea Giubilo, nella quale il responsabile a interim del Tg1 si sarebbe detto perplesso sull’opportunità di continuare a "ricoprire il ruolo di direttore in questa situazione", con importanti scadenze politiche e istituzionali come le elezioni amministrative ed europee e il G8, che richiedono massimo impegno e lucidità. Sull’atteggiamento di Garimberti – che si potrebbe orientare per l’astensione o, con minori probabilità, su un voto positivo – peserà sicuramente la posizione dei consiglieri di centrosinistra.

Se Rizzo Nervo è stato durissimo, Giorgio Van Straten ha dato una "valutazione molto negativa" delle nomine e ne stigmatizza il metodo, che "non consente una gestione collegiale dell’azienda". La questione dell’urgenza di alcune nomine, in particolare al Tg1, era stata posta qualche giorno fa anche da Zavoli, oggi però convinto che il primo lotto che si va prospettando non tenga "conto della ricchezza culturale dell’azienda e del Paese".

Il presidente della Vigilanza ha infine rilanciato "in termini ancor più stringenti il suo richiamo alla necessità e al dovere di rispettare il pluralismo" e si dice preoccupato per la possibile spaccatura in cda.