Raikkonen prende un anno di pausa dalla F1, si darà ai rally
18 Novembre 2009
Incredibile, ma vero. Kimi Raikkonen l’anno prossimo non correrà in Formula 1. Il pilota, che ha vinto il titolo mondiale nel 2007 e che fino a pochi giorni fa era parte della Scuderia Ferrari ha annunciato a un giornale finlandese l’intenzione di fermarsi un anno, o forse qualcosa in più.
Di fondamentale importanza è stata la rottura della trattativa con la McLaren, unica squadra in cui il finlandese sarebbe andato volentieri dopo la scadenza del suo contratto con la Rossa, ma soprattutto una buonuscita (pare) milionaria incassata per farsi da parte.
"La scelta in Formula 1 per la prossima stagione era McLaren o niente" ha spiegato il manager Steve Robertson al quotidiano ‘Turun Sanomat’. “Kimi e la McLaren non hanno potuto raggiungere un accordo, per cui non parteciperà al campionato almeno il prossimo anno” ha aggiunto il manager, che ha tuttavia rivelato come l’ex campione del mondo abbia ancora voglia di gareggiare in F1.
Il sospetto però è che non si dannerà l’anima nel cercare un nuovo team anche nei prossimi anni per diverse ragioni. Prima di tutto per una motivazione economica. Diversi rumours riportano come il “Tfr” Ferrari si aggiri tra i 20 e i 30 milioni di euro, una bella cifra per chiunque. In particolare, nel momento di crisi finanziaria che sta colpendo la F1, il finlandese dovrebbe correre (nella migliore delle ipotesi) almeno 2 anni per racimolare la stessa somma.
Kimi inoltre non si sentirà neanche troppo annoiato in questo anno sabbatico. Iceman – questo il soprannome affibbiato al finnico per via del suo carattere introverso – ha sempre avuto una limpida passione per il rally e passerà il 2010 a gareggiare in questa categoria per puro divertimento, mettendo al primo posto la sua passione. Passione che potrebbe addirittura permettergli un rientro in F1 nel 2011. La Red Bull è infatti pronta a sponsorizzare Raikkonen quest’anno e ad offrirgli un contratto per il successivo (2011) nel suo omonimo team di F1.
Come ultima, diciamo così, incognita al suo rientro la difficoltà di trovare un team all’altezza delle sue ambizioni. Si tratta di un campione del mondo ancora motivato e competitivo che, come ha detto in un’intervista Stefano Domenicali (Direttore della Gestione Sportiva Ferrari) abbina un “carattere glaciale” ad una freddezza e determinazione che gli permettono di “non venire influenzato da quello che lo circonda”. In pratica, un calcolatore lucido che misura ogni suo passo alla luce delle conseguenze.
Insomma, Raikkonen ha davanti a se molte strade diverse: dare un addio prematuro sembra la più lontana ma non da scartare; potrebbe viceversa scegliere di godersi la vita per un anno e poi ributtarsi nelle corse; una volta rientrato, poi, avrebbe la possibilità di optare per un team con cui vincere o accontentarsi di una squadra che sia lì solo per partecipare, senza dimenticare il fatto che potrebbe dedicarsi interamente al mondiale rally e farne un lavoro, oltre che una passione. Per essere un 30enne sull’orlo del prepensionamento, tutto sommato, non si può lamentare.
Il buon Kimi, per utilizzare una espressione popolare, sembra non poter far altro che “cadere in piedi”. Complimentandoci con lui per l’abile strategia che lo ha portato in una posizione di assoluto privilegio, ci chiediamo se qualcosa non vada rivisto nella F1. Un business in crisi dovrebbe trattenere le sue stelle e non farle diventare superstar che possono permettersi di pensare solo al proprio rendiconto personale. In questo “Iceman” ha vinto e tutto il circus ha perso.