Razzismo. Il Consiglio d’Europa boccia l’Italia: “Progressi insufficienti”

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Razzismo. Il Consiglio d’Europa boccia l’Italia: “Progressi insufficienti”

16 Aprile 2009

Nell’ ultimo anno il governo italiano ha fatto "passi insufficienti nella giusta direzione sul fronte della lotta al razzismo, per assicurare eguali diritti alle popolazioni Rom e Sinti, per chiarire la propria posizione in merito alla politica migratoria adottata". E anche sul fronte della "mancata osservanza delle richieste della Corte di Strasburgo di sospendere l’esecuzione delle espulsioni verso Paesi sospettati di praticare la tortura".

Questo il giudizio espresso da Thomas Hammarberg, commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, in occasione della pubblicazione del suo secondo rapporto sull’Italia in meno di un anno, un rapporto che fa seguito alla missione compiuta dal commissario a metà dello scorso gennaio. Nel dossier Hammarberg scrive d’essere "particolarmente preoccupato dai resoconti che continuano a evidenziare una tendenza al razzismo e alla xenofobia, che occasionalmente sfocia in atti estremamente violenti, rivolti principalmente contro immigrati, Rom e Sinti o cittadini italiani con origini straniere, anche in ambito sportivo".

Per il commissario Hammarberg, le autorità italiane dovrebbero "condannare queste espressioni con maggiore forza e reintrodurre pene più severe per questi reati". Hammarberg invece descrive come molto positivo il fatto che una parte della classe politica italiana presti maggiore attenzione nell’esprimere certe opinioni: "Un anno fa – afferma – reagii alle affermazioni fatte da alcuni esponenti politici perché le ritenevo ostili verso certe minoranze. Ora noto che i politici sono molto più attenti".

Immediata la replica dell’Italia: "Il governo italiano ha già preso o sta prendendo tutte le misure necessarie per rafforzare la lotta al razzismo e all’intolleranza". Così l’Italia rassicura il Consiglio d’Europa in una serie di osservazioni inviate all’organizzazione internazionale che ha sede a Strasburgo e pubblicate oggi insieme al rapporto del commissario per i diritti umani, Thomas Hammarberg.

Le autorità italiane sottolineano soprattutto il lavoro che sta conducendo l’Unar (Ufficio nazionale anti discriminazione razziale) che "ha il compito di investigare su atti o espressioni accusati di avere carattere razzista e che attualmente – si legge – tra le varie inchieste ne sta conducendo una su un discorso tenuto durante un raduno della Lega Nord, allo scopo di chiarire le circostanze in cui sono state pronunciate alcune frasi razziste".

"Il governo inoltre rassicura il Consiglio d’Europa che sono state già prese tutta una serie di nuove misure per migliorare la situazione delle minoranze Rom e Sinti. A questo scopo – si spiega – il ministero dell’Interno ha creato un fondo ad hoc di 100 milioni di euro, a cui si aggiungono risorse per 10-30 milioni di euro che verranno stanziate nel corso del 2009 in favore dei prefetti di Roma, Milano e Napoli. C’è infine una parte dei fondi europei gestiti dal Ministero delle Pari Opportunità".

Per il responsabile immgrazione dell’Arci Filippo Miraglia, "il rapporto è una bocciatura per l’Italia e il giudizio europeo è più che condivisibile". "Nel linguaggio istituzionale – sostiene Miraglia – dire che l’Italia ha fatto passi insignificanti vuol dire bocciare la sua politica, vuol dire che ci sono seri motivi per criticare il comportamento del nostro governo".

"È inutile – aggiunge – sostenere che in Italia c’è un problema di razzismo, lo dice lo stesso ministro dell’Interno. Non si può però pensare che chi è causa importante del problema possa trovare anche la soluzione. Infatti, la deriva razzista e la progressiva criminalizzazione degli stranieri in Italia hanno come causa principale l’immagine negativa che dà chi dello straniero chi ricopre ruoli istituzionali".

"Basta vedere come Maroni ha reagito alla bocciatura della Camera della norma relativa all’allungamento dei termini nei Cie. Maroni ha detto ‘sono furibondo’ ", ha aggiunto Miraglia sostenendo che il giudizio del Consiglio d’Europa "dovrebbe indurre il governo a una riflessione ed a tornare indietro" ad esempio sull’introduzione del reato di clandestinità e sull’aumento del numero dei Cie.

Il responsabile immgrazione dell’Arci ha tenuto a segnalare che contro "la militarizzazione di Lampedusa, come chiedono gli stessi cittadini, l’Arci ha in programma il prossimo 23 aprile un concerto e un incontro pubblico".