Rc auto, i campani aspettano ancora tariffe più eque
13 Giugno 2012
di Anna Bruno*
Oltre il caro benzina che ha raggiunto livelli insostenibili, in Campania e, più in generale, nelle regioni del Mezzogiorno i proprietari di un’autovettura o di un ciclomotore sono vessati da un caro assicurazione che appare ingiustificato. Nonostante i dati dell’Isvap (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse collettivo, ndr) attestino nel 2011 un una diminuzione significativa dei sinistri stradali nel territorio campano, a questa diminuzione non corrisponde un equo contenimento delle tariffe. Al contrario, è stato riscontrato un aumento del premio RC auto da tre a cinque volte superiore al 2009. Una sorta di “razzismo assicurativo”, come lo definisce il vicepresidente dell’associazione Mo’ Bast, Gabriella Gambardella, che i cittadini meridionali subiscono dalle imprese assicuratrici.
L’associazione, che da mesi protesta contro il caro assicurazioni, ha incontrato l’europarlamentare Pdl-Ppe Erminia Mazzoni, presidente della Commissione Petizioni del Parlamento europeo, per fare il punto della situazione in merito alla petizione presentata circa sei mesi fa. Questa denuncia, sottoscritta da oltre 70.000 cittadini residenti nelle regioni meridionali, intende far luce sulla questione chiedendo risposte concrete e dettagliate sui motivi che stanno alla base dell’atteggiamento delle compagnie assicurative. Attualmente, l’Unione Europea sta verificando il proprio margine di competenza: i cittadini si sono rivolti in massa alla Commissione e oggi si è in attesa dell’ultima risposta della Commissione esecutiva sul rilievo posto dal Ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, rispetto all’impossibilità di intervento dell’EU sulla questione che è di esclusiva competenza nazionale ai sensi dell’articolo 6 della direttiva n. 92/49/CEE.
Una tariffa unica a livello nazionale per i soggetti virtuosi è prevista, in realtà, all’articolo 32, comma 3-quinquies del decreto-legge liberalizzazioni che stabilisce che "per le classi di massimo sconto, a parità di condizioni soggettive ed oggettive, ciascuna delle compagnie di assicurazione deve praticare identiche offerte”. Grazie a questo articolo i cittadini meridionali avevano avuto la speranza di poter far valere finalmente il proprio diritto ad una tariffa RC auto (compresi ciclomotori e motocicli) equa e personalizzata, che non prevedesse delle differenze così sostanziali e discriminanti rispetto ad altri residenti delle province italiane. Tuttavia, di recente, il ministero dello sviluppo economico, nella “lettera al mercato” inviata dall’Isvap, ha interpretato tale norma giudicandola sostanzialmente non applicabile al caso in quanto non si potrebbe non tener conto della ‘sinistrosità’ della provincia nel calcolo delle tariffe.
Il presidente Mazzoni, entrando nel merito della questione, ha ribattuto reputando l’interpretazione della norma non accettabile: “ritengo ingiusto che l’Unione Europea autorizzi che le compagnie, all’interno del mercato unico, possano modulare le loro prestazioni e quindi garantirsi in ogni caso la libertà tariffaria pur essendoci una regola che garantisca l’uniformità della tariffa rispetto a contraenti che abbiano le stesse caratteristiche di rischio. Su questo punto stiamo cercando di ottenere risposte dalla Commissione esecutiva e non intendo fermarmi di fronte alle resistenze del Governo e del Parlamento italiano”. Una questione ancora aperta, dunque, nella quale sono coinvolti diversi livelli di governo per una materia sulla quale persistono ancora più ombre che luci e i cui risvolti destano preoccupazione nei cittadini del Mezzogiorno.