Referendum, adesso il Pd se la prende con i grillini: ci diffamano sul web
16 Novembre 2016
Nella campagna elettorale per il referendum del 4 dicembre arriva anche un nuovo termine: cyber-fango. Il sospetto è che sul web sia all’opera un sistema occulto di propaganda a favore del Movimento 5 stelle e contro il Pd e il governo che ruota attorno ad un account che porta il nome di Beatrice Di Maio, “star dei social a 5 stelle che ogni giorno insulta e diffama il presidente Mattarella, esponenti del Governo e deputati Pd”, dice Ettore Rosato, presidente dei deputati del Partito democratico. Per cercare di fare luce su una vicenda che in queste ore sta facendo molto discutere, il Pd ha presentato due interrogazioni al governo, una al Senato l’altra alla Camera, per sapere se “fa capo al M5s una macchina del fango che ha il compito di diffondere notizie false e diffamatorie contro il governo e le istituzioni”. Un’ipotesi che i capigruppo pentastellati alla Camera e al Senato, Giulia Grillo e Luigi Gaetti bollano come “cyber-onanismo”.
“Esiste una struttura che lavora nel web con il compito di diffamare con notizie false il Pd e le istituzioni della Repubblica? Se vero, da chi è controllata e in che modo è organizzata?”. Queste le domande rivolte al governo in una interrogazione del Pd che ha come primo firmatario il capogruppo in commissione Affari costituzionali, Emanuele Fiano. L’interrogazione punta ad ottenere chiarimenti dopo una denuncia alla Procura di Firenze del sottosegretario Luca Lotti e da un’inchiesta giornalistica sul “ruolo opaco che sarebbe svolto da un account legato al M5s gestito da una cosiddetta ‘star della galassia social’ che risponde al nome di Beatrice Di Maio”. “Di questa preoccupante ipotesi di una macchina del fango costruita ad arte a favore del M5s – dichiara Emanuele Fiano – ne sanno qualcosa il vice presidente della Camera Luigi Di Maio, ne sanno qualcosa Grillo, Davide Casaleggio, Di Battista? Oppure ancora una volta saranno bravi a urlare nei loro comizi ma a tacere quando si tratta di ipotesi così gravi che li riguardano?”
Ed è proprio contro l’account Beatrice Di Maio che il Pd punta il dito: “Una solida rete di menzogne che servirebbe a far soldi, per via delle visualizzazioni, e al tempo stesso a far girare falsità e infamie secondo il vecchio adagio che il venticello della calunnia prima o poi diventa tempesta – scrive in un post su Facebook Ettore Rosato, presidente dei deputati del Pd – In genere si tratta di falsità fascistoidi e tendenzialmente legate a un pensiero di destra e reazionario (pro Trump, pro Putin), alla faccia del bacino trasversale che dovrebbe raccogliere il grillismo. E’ chiaro che chi è nato e cresciuto come movimento sulla rete cerca di sfruttarne tutte le potenzialità , però il senso del limite lo danno le leggi prima ancora del web”.
Insomma, la paura del referendum ha portato i grillini a vedere le streghe.