Referendum. Berlusconi ufficializza: “Il 21 giugno insieme ai ballottaggi”
16 Aprile 2009
di redazione
"Al prossimo Consiglio dei Ministri decideremo di abbinare il referendum sulla legge elettorale ai ballottaggi del 21 giugno". Berlusconi ufficializza così l’accordo con la Lega sulla data del 21 giugno, al termine di un vertice operativo con i rappresentanti dei Beni Culturali a L’Aquila.
Quanto all’accorpamento con l’election day il 6 e 7 giugno Berlusconi spiega che "c’erano diverse perplessità dal punto di vista costituzionale". Altre perplessità erano dovute al fatto che "i cittadini di certe grandi città si sarebbero trovati con 7 schede e con sistemi di voto diversi tra loro. Uno con la mia ragguardevole età -sottolinea Berlusconi- si sarebbe trovato in difficoltà". Il premier aveva spiegato in giornata che la decisione di non svolgere l’Election day è stata presa perché il Carroccio avrebbe altrimenti fatto cadere il governo.
Sul botta e risposta con il presidente della Camera Gianfranco Fini – che ieri aveva definito "un peccato se per la paura di pochi il Governo rinunciasse a tenere il referendum il 7 giugno spendendo centinaia di milioni che potrebbero essere risparmiati" -, il premier afferma che non c’è nessuna polemica. "Ho solo risposto all’opposizione", spiega il Cavaliere dando la corretta interpretazione delle parole pronunciate sulla decisione di non accorpare il referendum all’election day.
Berlusconi sostiene infatti che il riferimento a Fini è stato male interpretato: "È un atteggiamento inaccettabile da parte della stampa – sottolinea il presidente del Consiglio – attribuirmi frasi che non ho mai detto. Non è questo il modo di riferire ai cittadini quello che dice il presidente del Consiglio".
"Mi rivolgo all’opposizione -ribadisce poi Berlusconi- che ci ha accusato di disperdere i fondi dello Stato. Le cifre diffuse non sono quelle vere, ma molto meno, per questo abbiamo abbinato i referendum ai ballottaggi".