Referendum, Bersani: su Italicum vediamo carte ma scettico su “Commissione Pd”
12 Ottobre 2016
di Redazione
Dopo aver detto che per fargli lasciare il Pd ci sarà bisogno dell’esercito, l’ex segretario del Pd, Pierluigi Bersani, interviene di nuovo su referendum e legge elettorale. Nessuna scissione nel Pd, dice Bersani, ma se continua così si tira la volata alla destra. “Se non fossi convinto che la strada che si è presa tira la volata alla destra, non farei quel che sto facendo. Il giorno dopo per me deve esserci ancora Renzi. Lui ha fatto un errore madornale nell’illustrare al mondo che c’è un giudizio di Dio su quest’appuntamento…”.
Pierluigi Bersani spiega così, in un’intervista al “compagno” Sergio Staino che dirige l’Unità, la sua posizione sul referendum. A Staino che gli contesta “una posizione quasi di ricatto”, l’ex leader Pd chiarisce che “è l’unico modo di fermare questa strada”. “Io non vado altrove, cerco di capire come posso tenere la bandiera di una sinistra in una situazione complicata”. Dunque “non farò comitati, però quando mandiamo il film avanti e succederà quel che succederà, non venissero a cercare me, che da aprile 2015 sto dicendo questo: cari compagni, non vedete la mucca nel corridoio”.
“Dopo le europee – argomenta Bersani – vi siete fatti un film che non c’è. Appena la destra troverà un minimo di quadratura del cerchio, arrivano. Guarda i risultati nei piccoli Comuni, alle amministrative: la sintesi tra leghisti e forzitalioti è già avvenuta e ci ha sconfitti ovunque”. “Ma se non ci fosse la legge elettorale, tu voteresti sì?”, chiede Staino. E Bersani risponde: “Io la riforma l’ho votata tre volte, come ricorda Renzi, e dicendo sempre: primo, a condizione che i senatori siano eletti; secondo, che ci sia un impegno a cambiare l’Italicum”.
“Dopodiché, intendiamoci: sì, alla tua domanda rispondo di sì. Senza però fare del referendum l’alfa e l’omega, o cose epocali…”. Insiste l’ex segretario dem: “Sto cercando di fare in modo che chi ha una sensibilità simile alla mia non abbandoni la speranza che si chiama Pd, con tutte le coltellate che mi han dato alla schiena, perché vado in giro e gli dico: oh, ma dove andate? Io sto facendo questo mestiere. L’ho già detto, per vedermi fuori dal mio partito la Pinotti deve mandare l’esercito”.
E sull’Italicum: “Ho detto che era giusto starci, andare a vedere le carte. Poi sarà consentito mantenere un po’ di cautela e anche un po’ di scetticismo”. Così risponde l’ex segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, a chi alla Camera lo interpella sulla scelta della minoranza di entrare nella commissione Dem incaricata di sondare le modifiche all’Italicum e di farsi rappresentare da Gianni Cuperlo. Del resto, aggiungiamo noi, è evidente che la mossa di Renzi di creare una commissione Pd da mandare in avanscoperta per tastare il polso degli altri partiti sulle eventuali modifiche all’Italicum è stata una “non proposta” alla minoranza democratica: Renzi ha confermato che l’Italicum verrà cambiato dopo il voto referendario, e a quel punto, se il premier vincesse il referendum, la minoranza dem dovrà fare le valigie.