Referendum, Grillo: io voglio votare, pronto m5s treno tour
03 Novembre 2016
Referendum: Beppe Grillo attacca Renzi sulla ipotesi di rinvio della consultazione popolare e dice, mancano 32 giorni di fuoco al voto, dopo, tutto può succedere. “Proveranno a farci scomparire da media di regime ma M5S c’è “, dice Grillo. “Dopo il 4 dicembre può succedere qualsiasi cosa e tutti lo sanno. Saranno 32 giorni di fuoco, i giornali e le Tv ci attaccheranno in ogni modo ma ormai non gli crede più nessuno”.
“Forse proveranno a farci scomparire dai media di regime, ma noi saremo nella piazza vicino casa tua”, scrive Grillo sul suo blog lanciando il “treno tour” per il no del Movimento cinque stelle. “Noi ci siamo. Io ci sono. Tu ci sei? Abbiamo tempo fino al 4 dicembre per convincere più persone possibili a votare no. Diamoci da fare, ci vediamo in treno e nelle piazze. CIUF CIUF! #IoDicono!”.
Il Treno-tour si concluderà a Torino, in piazza San Carlo, il 2 dicembre “con un grande evento finale”, spiega Grillo sottolineando come le tappe del tour saranno 47, “una per ogni articolo della Costituzione violato dalla schiforma”. Prevista una tappa a Roma dove, il 26 novembre il M5S organizzera” “il Cammino per la Costituzione” che arriverà fino alla Bocca della Verità.
Secondo il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio: “Sarò impegnato con molti altri nel nostro World tour. Farò tutte le tappe europee. Cercheremo di spiegare ai cittadini all’estero perché questa riforma non li farà più tornare a casa, che rischi comporta per la corruzione e inviteremo anche i cittadini e le istituzioni europee ad assistere ai nostri incontri”.
L’idea di un rinvio del referendum, lasciata filtrare nei giorni scorsi dalle seconde file della maggioranza, ma accarezzata anche dal ministro Alfano, è stata bocciata da Grillo (“Iovogliovotare”, e’ l’hastag lanciato dal leader M5s), da Brunetta, Salvini, Sinistra italiana, dalla Lega, da Fratelli d’Italia, ma anche dal Pd, o almeno sembra.
Il gioco di Renzi è semplice: negare assolutamente che si possa rimandare il referendum, per non essere coinvolto nel caso che la manovra dilatoria fallisca, e per dimostrare che non ha il minimo timore ad affrontare il voto. Intanto c’è chi, in buona o in cattiva fede, lavora per lui, inserendo il tema del rinvio nel dibattito in agenda, invocando l’unità nazionale, e usando cinicamente il dramma del terremoto reale per evitare di essere terremotati politicamente, come abbiamo scritto ieri sull’Occidentale.