Referendum, la polemica sui risparmi non si ferma

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Referendum, la polemica sui risparmi non si ferma

11 Agosto 2016

“Se il referendum passa, i 500 milioni risparmiati sui costi della politica pensate che bello metterli sul fondo della povertà, e darli ai nostri concittadini che non ce la fanno”. È stato questo l’ultimo spot elettorale in stile Matteo Renzi: fatto parlando degli effetti della riforma istituzionale, in caso di vittoria del sì al referendum. 

E la polemica è arrivata quasi subito nel Pd per la scelta di schierare la Festa dell’Unità per il sì al referendum. Infatti dopo la decisione della Cassazione, che ha dato il via libera alla consultazione referendaria, e la battaglia sulla data, il dibattito ruota adesso attorno alle parole di Matteo Renzi

Le sue parole hanno scatenato la reazione più forte, però, nel M5s: “Questo Paese ha un premier senza vergogna che fa propaganda sulla pelle dei poveri”. In un post pubblicato sul blog di Beppe Grillo i parlamentari si lamentano del fatto che “Renzi spara una cifra a caso” e che “in realtà l’unico possibile risparmio sarà forse di circa 50 milioni l’anno”. Secondo i parlamentari del M5s, “il Senato infatti, resterà così com’è, con tutti i costi attuali invariati. L’unico probabile risparmio sarà lo stipendio di circa 200 senatori con una riduzione dei costi che è di 50 milioni e non appunto di 500. Ecco la prima grave menzogna”.

Non distanti da questi parametri di giudizio sono state le affermazioni di Giorgia Meloni: “Ora con una spesa pubblica annuale di 830 miliardi di euro, 500 milioni sono meno dello 0,1% di quanto annualmente spende lo Stato. Se a Renzi servono 500 milioni per i poveri li prenda dai miliardi di euro che regala di continuo ai suoi amici delle banche“.

Intanto in casa Pd si continua a discutere. L’intervista di Roberto Speranza al Corriere, nella quale l’ex capogruppo alla Camera del Pd ha auspicato un congresso anticipato, scatena la reazione del senatore renziano Andrea Marcucci: “Come alla fiera dell’Est, Speranza e Gotor propongono di ricominciare sempre da capo”.

Il presidente della commissione Lavoro loda, invece, le parole di Renzi: “Ha fatto autocritica per eccesso di personalizzazione del referendum, una presa di coscienza che non guasta. Ha anche aggiunto che i 500 milioni che saranno risparmiati con la riforma verranno devoluti per la lotta alla povertà”.

Anche Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia a Montecitorio, usa toni critici: “Per fare un’assemblea costituente serve una larga maggioranza, non credo proprio che Renzi possa dare il via libera a una legge costituzionale che contraddice la sua riforma. Sarebbe tafazzismo puro”.