Referendum, la sconfitta di Hillary brucia anche a Renzi
10 Novembre 2016
Donald Trump conquista la Casa Bianca e a Palazzo Chigi e la paura prende possesso del quartier generale renziano. Forse per la prima volta da quando è imbarcato nell’avventura referendaria, Matteo Renzi tocca con mano il terrore di fare la fine di Hillary Clinton. O quella di David Cameron, battuto nel voto sulla Brexit in Gran Bretagna. Forse ora il premier vorrà rendersi più simile a Trump, sperando ripaghi nel poco tempo che ci separa al 4 dicembre. E la voce grossa che provando a fare con Bruxelles forse ne è l’esemplificazione perfetta.
“Avevamo stretto un rapporto con Obama proprio per sostenere la battaglia europea – dice il renziano David Ermini – e per un sostegno sulla battaglia italiana sull’emergenza immigrazione nel Mediterraneo…”. E ora? Ermini allarga le braccia. Magra consolazione: Renzi non è l’unico a essere preoccupato in Europa.
Ma Renzi, che ha puntato sulla ricetta di Obama per la crescita, gli ha “copiato il Jobs act” come ha detto anche domenica alla Leopolda e ha scommesso su un asse a stelle e strisce che doveva continuare anche con Hillary, non ci sta ad essere accostato ai ‘vecchi leader’ europei che c’erano prima di lui. Con la presidenza Democratica doveva agire per far leva su Angela Merkel, cambiare il Fiscal Compact l’anno prossimo. Ora tutto questo programma è da rivedere.
“Fuori da qui c’è Trump e una destra che negli Usa per la prima volta si contamina con forze di demagogia e populismo che sono decisamente oltre i Tea Party e rischia, contro l’establishment, di andare a vincere la nomination”, diceva Renzi ad aprile. E continuava poi l’affondo su Trump: “Lo considero un uomo che investe molto nella politica della paura, sostengo con forza Hillary Clinton perché penso sia capace di dare sicurezza e un messaggio di cooperazione per continuare le buone cose che ha fatto Obama”. E ancora: “Trump nega l’american dream e gioca tutto sulla paura, fa leva sul clima che una parte del mondo sta vivendo ed è l’esatto opposto di ciò che gli Usa ci ha insegnato negli ultimi otto anni”. E ora, alle soglie del referendum costituzionale, dopo quasi tre anni di governo, Trump porta lo tsunami populista fino alle soglie del parlamento italiano. E Renzi trema sempre di più.