Referendum, Parisi: il NO del riformismo contro il Sì della paura
08 Settembre 2016
Intervistato da Nicola Porro alla “Festa del No”, l’evento organizzato dall’Occidentale con i comitati civici del No che serve a Matera, Stefano Parisi non fa sconti a Matteo Renzi e rilancia contemporaneamente sulle riforme. Da una parte Parisi non perdona al presidente del consiglio di aver preso in giro gli italiani sul referendum costituzionale, “è una vergogna che non ci sia ancora una data, Renzi deve avere più rispetto per i cittadini”. Dall’altra spiega che il suo è un “No ottimista”, un “No per le riforme”, che si oppone a quel fronte del Sì che vorrebbe vincere sulla paura.
Se vincesse il No, è il ragionamento di Parisi, non ci sarebbe nessun effetto Brexit per l’Italia, nessun caos o diluvio come ha minacciato Renzi. “Sbagliate” sono anche quelle analisi dei potenziali rischi economici fatte da Confindustria, che contribuiscono ad alimentare l’insicurezza negli italiani. Al contrario, ragiona Parisi, servirà fare “cose mai fatte” per cambiare davvero il nostro Paese, una riforma più profonda di quella pasticciata di Renzi. Occorre “velocizzare” davvero “il tempo di esame delle leggi”, introdurre “la sfiducia costruttiva”, una discussione nel Paese sulle diverse forme di governo fino a giungere “a una assemblea costituente” eletta dai cittadini.
Soluzioni che serviranno a superare la ingovernabilità storica dell’Italia. Di fronte all’incalzare delle domande di Porro, Parisi smonta uno alla volta tutti i capitoli della propaganda renziana sul referendum; i risparmi promessi (“roba ridicola”), la confusione di ruoli e competenze destinata ad aprirsi con il nuovo senato, la minaccia portata alle autonomie e al principio costituzionale della sussidiarietà dalla riforma targata Renzi-Boschi. E Berlusconi, chiede Porro, è schierato senza incertezze per il NO?. “Non ho visto titubanze sul NO in Berlusconi”, la risposta di Parisi.
In questa conversazione a Matera, Stefano Parisi ha dimostrato di avere una apprezzabilissima tranquillità, che si possono affrontare seriamente grandi questioni entrando nello specifico, senza divagare, e senza fare demagogia. Parisi rilancia sui temi e sui problemi e in sostanza dice: questo Governo va criticato, contestato e mandato a casa non perché non fa le riforme ma perché ne fa poche e le fa male, prendendo in giro gli italiani. Serve una alternativa e il centrodestra può offrirla sollevando un dibattito popolare sulla modernizzazione del nostro Paese. Un dibattito centrato sulle idee, non sugli slogan.