Referendum, partiti in campo ma divisi tra sì, no e astensione

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Referendum, partiti in campo ma divisi tra sì, no e astensione

19 Giugno 2009

Count down per il referendum sulla legge elettorale e le posizioni in campo tra le forze politiche sono variegate. Dal Pdl, che lascia libertà di scelta, all’Idv che voterà no, alla Lega che ha dato indicazione ai propri militanti di non ritirare la scheda. Nei partiti maggiori, Pdl e Pd, convivono tutte le opzioni.

 Il Popolo della Libertà  non ha dato indicazioni di voto. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha annunciato che andrà a votare e voterà sì, come pure il presidente della Camera Gianfranco Fini. Sono numerosi gli esponenti del Pdl che fanno parte del comitato promotore del referendum, tra i quali i ministri Renato Brunetta e Stefania Prestigiacomo. Il ministro della Difesa Ignazio La Russa voterà sì; idem il portavoce del partito Daniele Capezzone, mentre i Popolari Liberali di Giovanardi hanno annunciato l’astensione.

Il Pd ha deciso di schierarsi per il sì con l’obiettivo che poi in Parlamento venga discussa una più ampia riforma del sistema di voto. Nella tornata di domenica e lunedì, in ogni caso, i democrat danno priorità ai ballottaggi. Ma la componente ulivista  chiede un maggiore impegno affinchè il referendum passi. Nel partito ci sono anche i contrari. Tra questi, Francesco Rutelli e l’ex ministro delle Riforme Vannino Chiti.

La Lega è contrarissima a un referendum dall’esito fortemente bipartitico e in particolare agli elettori che andranno a votare per i ballottaggi ha dato indicazione di non ritirare le schede per il referendum. Il partito ha chiesto che nei seggi vengano messi dei cartelli per indicare l’opzione dell’astensione, mentre il ministro Maroni ha sottolineato la necessità che i presidenti di seggio spieghino che c’è anche questa possibilità di scelta.

Inizialmente  favorevole al referendum, il partito di Antonio Di Pietro, dallo scorso maggio, ha fatto dietrofront schierandosi apertamente contro la legge che uscirebbe in caso di vittoria del sì. L’indicazione dell’Idv è di andare a votare ed esprimersi per il no.

L’Udc di Pier Ferdinando Casini, fin dall’inizio, si è schierato per l’astensione con l’obiettivo di far mancare il quorum. La sua convinzione  è che l’attuale legge uscirebbe di fatto rafforzata da una vittoria del sì.

I Radicali, invece, hanno formato il comitato per il no ed osteggiano il tipo di norma che dovesse uscire se passasse il referendum.  Andranno dunque a votare ma metteranno la crocetta sul no.

Le forze politiche della sinistra radicale,  dal Prc al Pdci a Sinistra e Libertà è schierata per l’astensione. Sulla stesso piano anche la Destra che propone come modello alternativo all’attuale legge elettorale, quello del “sindaco d’Italia”. Identica la posizione del Movimento per le Autonomie di Raffaele Lombardo che ai propri elettori ha dato indicazione di astenersi e nel caso di concomitanza con i ballottaggi, di non ritirare la scheda del referendum.