Referendum. Quagliariello: “La polemica sulla data è paradossale”

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Referendum. Quagliariello: “La polemica sulla data è paradossale”

16 Aprile 2009

"La polemica sulla data del referendum ha del paradossale". E’ quanto ha dichiarato oggi Gaetano Quagliariello, vicepresidente vicario dei senatori del PdL.

Il senatore spiega che quando il referendum è stato promosso non si era ancora verificata la semplificazione del quadro politico decretata dagli elettori. In particolare, sottolinea Quagliariello non vi era certezza su quale partito sarebbe arrivato primo in caso di elezioni e quindi su chi avrebbe conquistato il premio di maggioranza.

"Oggi – prosegue Quagliariello – sfido chiunque a mettere il dubbio che il primo partito sarebbe il Popolo della Libertà. Dunque, la sinistra ci sta chiedendo di favorire, utilizzando il traino delle elezioni europee per conquistare il quorum, un referendum che garantirebbe al PdL il 55% dei seggi. Per molto meno nel recente passato l’opposizione ha parlato di dittatura dolce e di deriva plebiscitaria".

Il vicepresidente dei senatori del Pdl continua spiegando come "la strumentalità di questa posizione è evidente". "Chi è un bipartitista convinto – sostiene – non approfitta di una situazione così sperequata, e chi ha senso di governo si sforza di individuare la situazione più idonea per conciliare l’esigenza del risparmio con quella di assicurare una competizione elettorale non scontata nei suoi esiti".

"La posizione del Pdl, che spero stasera verrà ribadita – conclude Quagliariello -, ha dunque agli occhi dei nostri avversari la grave colpa di tener conto dei cambiamenti del quadro politico e di non voler approfittare della situazione, anche per non mettere a repentaglio la stabilità governativa che fino a prova contraria in un momento così difficile dovrebbe essere considerata da tutti un bene da salvaguardare".