Referendum, Quagliariello: Su quesito Cassazione ha violato legge – Interrogazione a Orlando, pensi a questo oltre che al Grande Fratello Vip
05 Ottobre 2016
di Redazione
“E’ certamente vero che il quesito del referendum costituzionale è stato stabilito dall’ufficio centrale della Corte di Cassazione, ma è altrettanto vero che ciò è avvenuto in barba alle prescrizioni normative, e segnatamente in violazione dell’articolo 16 della legge numero 352 del 1970 che detta autoritativamente la formula alla quale il quesito stesso deve attenersi. Ciò, con ogni evidenza, non è accaduto”. Lo dichiara il senatore Gaetano Quagliariello, presidente del movimento ‘Idea’ e animatore dei comitati ‘Civici e riformatori per il No’.
“Al presidente Mattarella, raffinato giurista – prosegue -, non sfuggirà infatti che la norma distingue chiaramente tra leggi costituzionali e leggi di revisione costituzionale. E se nel caso delle prime il quesito può richiamare l’argomento della legge oggetto di referendum, quando si tratta di riforme che intervengono sul testo stesso della Carta il quesito deve obbligatoriamente indicare non l’oggetto della riforma ma gli articoli della Costituzione soggetti a modifica e il loro ambito di disciplina. Insomma, il quesito deve riguardare l’oggetto delle norme costituzionali sottoposte a variazione e non il contenuto della legge che li modifica”.
“La prescrizione normativa è chiarissima – osserva ancora Quagliariello -, e in nulla rileva il fatto che le richieste di referendum, nel riferirsi alla riforma Renzi-Boschi, indicassero per adempiere alle formalità il titolo con il quale essa è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale. Se la Cassazione fosse chiamata a svolgere un mero ruolo di passacarte, copiando e incollando il contenuto delle richieste di referendum che a loro volta ricalcano il titolo stampato in Gazzetta, non ci sarebbe bisogno di un articolo di legge che indichi alla Suprema Corte i criteri in base ai quali il quesito deve essere redatto”.
“Né vale il richiamo ai precedenti del 2001 e del 2006, dal momento che – a differenza di quanto accaduto con la riforma Renzi-Boschi – in quei casi le leggi di revisione costituzionale erano caratterizzate dal cosiddetto ‘titolo muto’, che si limitava appunto a indicare il perimetro formale dell’intervento di riforma senza esplicitare l’argomento della riforma stessa. La violazione della norma è evidente, la gravità delle sue conseguenze lo è ancor di più, soprattutto alla luce del titolo chiaramente propagandistico attribuito alla legge di riforma sottoposta a referendum. Presenterò immediatamente un’interpellanza urgente al ministro della Giustizia – conclude Quagliariello – affinché, appena avrà finito di occuparsi del Grande Fratello Vip, possa interessarsi anche di questo grave vulnus democratico e adoperarsi perché vi venga posto rimedio”.