Referendum, Renzi accerchiato. Bersani: “Stiamo andando oltre il seminato”
06 Luglio 2016
Matteo Renzi è accerchiato. La sconfitta alle elezioni amministrative e il timore per i sondaggi che raccontano che al referendum costituzionale possono vincere i no, provocano un certo malumore nel Pd. Alle richieste di cambio di rotta della minoranza Dem si aggiungono anche quelle di ampie frange della maggioranza del partito, L’appello di Franceschini non passa certo inosservato.
Franceschini si è schierato, infatti, a favore del sì al referendum costituzionale di ottobre, ma ammonisce: “Serve una riflessione. La coalizione che governa il Paese è ancora una grande coalizione o è qualcosa che è più dentro il sistema, e cioè l’intenzione di tenere insieme nel progetto di governo le forze che sono contro il populismo? Io penso che siamo dentro questo schema e che noi dobbiamo aggregare quelli che sono contrapposti al populismo. Dopo il referendum c’è bisogno di una riflessione per reintrodurre uno spazio in cui far esistere una coalizione”.
Intanto Renzi, dopo il sì di Confindustria, ha ricevuto anche quello degli artigiani. A cui si aggiunge anche l’appoggio di Napolitano che ‘chiama’ alla battaglia di ottobre “la grande maggioranza dei cittadini” affinché “non faccia finire nel nulla gli sforzi fatti dal Parlamento” e quella riforma con cui, sottolinea, si è “rotto la testa” per i nove anni trascorsi al Quirinale.
Le buone notizie per il premier, però, finiscono qui. Gli attriti interni al partito sono più vivi che mai. Roberto Speranza si batte per chiedere “piena cittadinanza” nel partito a chi sostiene le ragioni del no.
E a tal proposito è intervenuto con durezza anche Pier Luigi Bersani: “Mi ha colpito la bocciatura in direzione del documento Speranza-Cuperlo che chiedeva cittadinanza nel Pd alle diverse sensibilità sul referendum, voglio sapere se nel partito chi vuol votare no è ancora dentro oppure no… stiamo andando oltre il seminato”. Sull’attacco di De Luca a Raggi, ha aggiunto: “E’ stato sgradevole. Quanto deve prendere per avere rispetto? Non basta il 63%?”.
Il premier, spiega una fonte centrista, “sta giocando su troppi tavoli. Prima prova con Verdini, poi si accorge che non va e aspetta che Berlusconi torni in salute per riprovarci con lui, bistrattando chi per due anni e mezzo a combattuto le sue stesse battaglie”. I malumori dei centristi, viene spiegato, si registrano per lo più a palazzo Madama dove il Governo è più a corto con i numeri. Sarebbero circa una decina i senatori a puntare il dito contro Renzi.