Referendum, Renzi dalla Gruber è incapace di tener  testa

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Referendum, Renzi dalla Gruber è incapace di tener testa

23 Settembre 2016

La puntata di Otto e Mezzo di ieri sera ha visto in scena Marco Travaglio e Matteo Renzi.

Battute e frecciatine tra i due, come da copione insomma. Già nel dietro le quinte pare che Renzi abbia messo nel mirino il direttore del Fatto con un “Ciao Marco, ho appena finito di leggere le c… che scrivi su di me”. Poi, durante la puntata è stato il turno di Travaglio che ha criticato il premier: “Col suo governo si perdono i posti di lavoro“.

Un botta e risposta senza esclusione di colpi e che non è durato poco. Parlando della riforma istituzionale, il direttore del Fatto ha evidenziato che “il sindaco non può stare a metà servizio, lei ha fatto il sindaco e sa che si deve occupare di tante cose come le emergenze rifiuti“. Pronta la replica del premier: “Non tutti hanno le emergenze rifiuti, ce l’ha qualche assessore come la preferita di Travaglio“. Il giornalista: “Ho chiesto le dimissioni della Muraro, pensi agli indagati del Pd“. E Renzi: “Sono felice che Travaglio abbia scoperto il magico mondo del garantismo”.

Sui dati del lavoro il governo ha fatto “doping, non crescita”. “Quello che è diminuito in questi due anni sono le copie del Fatto quotidiano, non i posti di lavoro”. Nuovo botta e risposta tra il direttore del Fatto e il presidente del Consiglio. “Le manderò i dati, è informato male anche su questo”, ha replicato Travaglio al premier che parla di calo di copie del quotidiano. “Lo leggo sempre, on line. Sono favorevole alla lettura e contro la deforestazione”, ha aggiunto Renzi.

Nel match c’era anche la Gruber. La giornalista ha rivolto una domanda chiara al premier:  “Presidente, quando si vota per il referendum?”. E Renzi  se l’è data a gambe levate: “Entro la fine dell’anno”. Il premier dunque non ha indicato ancora una data certa per il quesito referendario. La Gruber dopo aver ascoltato la risposta del premier ha commentato con un, “Eh, grazie…”.

Tra Travaglio e Renzi se c’è uno che convinto non è stato certo il premier. Anche se più che un confronto politico è parsa una discussione istintiva e provocatoria. Di chi non ha troppo i nervi saldi e il polso della situazione. Del resto, quanto a incalzare politici, il primo ne ha fatto un mestiere. Quanto a Renzi, bhè, è ormai chiaro che oltre la retorica e qualche slogan, è difficile che vada.  

Ad onor di cronaca, va segnalato, sul ‘Secolo d’Italia’, un ritratto del premier che non si dissocia troppo dalla realtà: “Annuncia urbi et orbi la nascita dell’Italicum, salutandolo come la migliore legge elettorale mai vista al mondo e poi si dice disponibile a modificarne l’impianto. È il premier in carica e, nel contempo, l’aspirante leader dell’antipolitica, lui che non ha vissuto un solo giorno della sua vita al di fuori del suo partito. Blatera di taglio dei privilegi, ma poi difende l’immunità parlamentare. Si permette di definire sprezzantemente “casta” i parlamentari, ma ne accetta il sostegno alla poltrona. Infine, come se non bastasse, si è intestato una riforma costituzionale-truffa, per far passare la quale ha incollato sulla scheda elettorale un quesito bugiardo e ingannevole confidando nella fessaggine degli elettori.