Referendum, Renzi e il fronte del no: chi ha personalizzato davvero lo scontro?
16 Maggio 2016
“Personalizzare lo scontro” sul referendum costituzionale, dice Matteo Renzi nella sua enews, “non è il mio obiettivo, ma quello del fronte del no che, comprensibilmente, sui contenuti si trova un po’ a disagio”. “Ma davvero vogliono mantenere tutte queste poltrone?”, scrive Renzi.
“Questo bicameralismo che non volevano nemmeno i costituenti e che furono costretti ad accettare per effetto dei veti incrociati?”.
“Questa confusione insopportabile sulla materia concorrente tra Regioni e Stato centrale che ha portato alla paralisi di cantieri, allo spreco di fondi europei, alla costante tensione istituzionale? Sui contenuti la stragrande maggioranza dei cittadini, di tutte le forze politiche – assicura Matteo Renzi – vuole rendere più semplice l’Italia come fa questa riforma, finalmente”.
Ma davvero è stato il “fronte del no” a “personalizzare lo scontro” come dice Renzi?
Al di là delle questioni di metodo che riguardano la riforma costituzionale, metodo e merito che non ha convinto tutta una serie di giuristi, esperti e opinion leader, in realtà, fino adesso, è stato proprio Renzi a trasformare la consultazione popolare di ottobre in un voto su di lui e il suo governo.
Più volte, Renzi ha sottolineato che se dovesse perdere il referendum costituzionale il governo andrà a casa. Insomma, è stato il premier a dire o con me o il diluvio. Che adesso se la prenda con chi legittimamente andrà a votare no al referendum appare quantomeno paradossale.