Referendum, Renzi: Elezioni anticipate? Fantapolitica.
02 Dicembre 2016
Nell’ultimo giorno di campagna referendaria, il premier Matteo Renzi affronta la questione dei brogli paventati da qualcuno. “Mi spiace molto, è un film che ogni volta si ripropone – ha detto in un intervento radiofonico -, il voto all’estero è stato proposto dall’allora ministro del centrodestra Tremaglia e votato a sinistra”. “Questa riforma è nemica della democrazia”, ha, invece, affermato Silvio Berlusconi.
Parlando della possibilità di elezioni anticipate in caso di vittoria del “Sì“, il presidente del Consiglio ha dichiarato, “tutti questi retroscena fantapolitici non li prendo neanche in considerazione… La risposta è negativa, quando si va alle elezioni lo decidono il presidente della Repubblica e il Parlamento”. “Posso garantire la stabilità, ma non sarò mai il garante dell’immobilismo – ha proseguito Renzi -. Col mio governo il Paese si è rimesso in moto, io non sarò mai uno dei tanti che si barcamenano per conservare uno strapuntino al sole. Se possiamo continuare a cambiare, io ci sono. Se dobbiamo tergiversare e galleggiare, sicuramente ci sono molte persone più brave di me”.
“Nonostante i voti inventati o comprati in giro per il mondo da Renzi, il voto degli italiani farà vincere il No”. E’ il commento invece di Matteo Salvini, che parlando con i cronisti davanti a Palazzo Chigi. “Io penso che nei consolati e nelle ambasciate ne siano successe di cotte e di crude – ha aggiunto -. Ma conto sul fatto che il voto degli italiani, quello dei romani, dei milanesi, dei torinesi o dei napoletani, sarà un voto per il No che supererà anche gli eventuali Sì inventati e comprati da Renzi in giro per il mondo. Non sono preoccupato”.
Quanto al quesito, invece, a mettere una parola definitiva sul fatto che non è neutro, ci ha pensato direttamente il premier. Intervistato dal Corriere della Sera, Renzi ha detto: “Quando i sondaggi erano ancora pubblicabili ve ne erano alcuni che dimostravano come la semplice lettura del quesito – che può avvenire anche in cabina – produceva un travaso di almeno tre punti percentuali dal No al Sì. Parliamo di quello, vi prego, non cambiamo argomento”. Ovvero, a dispetto dell’apparente disinteresse per la questione, il premier conferma che ci aveva pensato eccome. E molto prima degli altri.
Il capo di Ipr marketing argomentava così: “direi che un quesito non neutro può avere sicuramente un effetto importante sul 5% degli elettori. Perché proprio il cinque? Perché l’esperienza sui sondaggi politico-elettorali ci ha dimostrato che questa è la consistenza dell’elettorato che decide cosa votare solo all’ultimo, una volta che è entrato in cabina, sulla base di quel che vede e legge: i simboli, i nomi. E’ chiaro che la formulazione stessa di quesiti così posti ha il suo peso: perché uno dovrebbe dire di “no”? Leggendo acriticamente quel tipo di dicitura è invece chiaro perché uno dovrebbe votare sì”.