Referendum, Renzi non farà proposta su Italicum. Intanto D’Alema lo punzecchia ancora
03 Ottobre 2016
Si è detto pronto a cambiare l’Italicum il premier Matteo Renzi. Lo ha ribadito venerdi sera, nel dibattito in tv sul referendum con l’ex presidente della Corte costituzionale, Gustavo Zagrebelsky, ma intende aspettare la mossa delle opposizioni: non farà alcuna proposta.
E proprio qualche giorno fa Brunetta su Facebook ha voluto commentare così le intenzioni del premier: “Renzi vuole giocarsi la carta della modifica dell’Italicum per tentare di rialzare la china in una partita, quella del referendum costituzionale, che lo sta vedendo soccombere senza possibilità di appello. Renzi, dunque, per puro opportunismo tattico vuole modificare quella stessa legge elettorale che ha più volte definito la migliore del mondo. […] Una mossa da disperato all’ultima spiaggia. […]Prima la consultazione costituzionale, prima la vittoria del no, prima Renzi se ne va a casa, e solo dopo il Parlamento deciderà in totale autonomia come cambiare una legge elettorale, l’Italicum, sciagurata e a quel punto assolutamente inapplicabile”.
Intanto per Renzi il referendum resta una”partita aperta”, “i sondaggi si assomigliano tutti: il 50% ha deciso, il 50 no. È tutto aperto. C’è una parte che ha già deciso e un’altra che è ancora indecisa. Il 50% di indecisi è un dato pazzesco, quindi è ancora una partita aperta. I no sono in vantaggio? Se ragiono sui partiti, quelli favorevoli alla riforma sono al 35% gli altri al 65. Se dunque si é al 50 e 50 allora abbiamo già recuperato molto”.
Il premier dopo essersi abbandonato a calcoli un po’ approssimativi, dimostrando disentirsi con l’acqua alla gola, ha riaperto il solito teatrino con D’Alema. Quest’ultimo è molto irritato perché Renzi, in un’intervista, aveva detto: “La maggior parte degli articoli che modifichiamo vanno a controbilanciare i poteri Stato-Regioni contenuti nel Titolo V e la revisione del Titolo V l’ha fatta D’Alema, non i partigiani”.
Immediata la reazione di D’Alema che non ha esitato nella sua stoccata: “Renzi ha detto una cosa non vera, come gli capita spesso. La riforma del Titolo V fu fatta sotto la presidenza di Giuliano Amato. Capisco non lo voglia nominare perché Amato è membro della Corte Costituzionale e preferisca prendersela con me, però i fatti sono inconfutabili”.
D’Alema denuncia, inoltre, commentando la riforma costituzionale su cui gli italiani sono chiamati a esprimersi il 4 dicembre, quella che definisce una espropriazione dei poteri delle Regioni a favore del governo centrale. E respinge l’altra accusa di Renzi, secondo cui il leader maximo sarebbe stato favorevole a una riforma con ancora maggiori poteri attribuiti al presidente del Consiglio.
“Resto delle mie opinioni mentre vedo piuttosto mutevoli quelle del presidente del Consiglio”, aggiunge. Fino al 4 dicembre, e dopo, ne vedremo delle belle.