Referendum, Renzi punta tutto: “E’ una sfida decisiva”. De Benedetti:”Cambi Italicum o voto no”

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Referendum, Renzi punta tutto: “E’ una sfida decisiva”. De Benedetti:”Cambi Italicum o voto no”

09 Luglio 2016

Renzi punta tutto sul referendum e lo dice chiaramente: “Se riusciamo a parlare di contenuti, l’Italia dice Sì. E allora – come sempre, più di sempre – io chiedo il vostro aiuto. Per vincere questa sfida, che è decisiva per l’Italia, abbiamo bisogno che ciascuno di voi si metta in gioco”. Così, il premier, nella sua e-news, torna sul referendum e sprona i cittadini: “dovete personalizzarlo voi, con il vostro impegno. Le strade sono tante, le trovate sul sito www.bastaunsi.it”.

Dopo aver puntualizzato che, per lui,  “non vinceremo questo referendum evocando la paura del NO”, aggiunge: “E’ vero, i rischi per l’Italia sono notevoli: ma noi non dobbiamo evocare la paura. Perché nel nostro DNA c’è la speranza, non la paura. Costruire una proposta, non evocare una minaccia. Parliamoci chiaro: con il Sì al referendum l’Italia diviene un Paese più semplice. Ci saranno meno politici, meno sprechi di tempo e denaro, più partecipazione, più chiarezza di ruoli”.

“Vogliamo continuare con questa classe politica che ha maggioranze diverse alla Camera e al Senato e che ha quasi mille poltrone in Parlamento o vogliamo cambiare? Basta un Sì. E si cambia”.

E prosegue con tutta la serie dei classici slogan.

 

Ma Renzi lo teme, eccome, il referendum. Non a caso, in questi ultimi giorni, avrebbe aperto anche all’ipotesi del cosiddetto “spacchettamento” del referendum, ossia alla possibilità (alla quale era stato finora contrario), avanzata già nei mesi scorsi dai radicali, di presentare più quesiti agli elettori (ad esempio titolo V e abolizione del bicameralismo). Una disponibilità che consentirebbe di entrare maggiormente nel merito della riforma, spogliandola del carattere plebiscitario che molti hanno rimproverato al premier (“se perdo vado a casa”).

Anche se Maria Elena Boschi cerca in continuazione di caricare di meno i toni rispetto agli esiti del voto: “Il referendum non è un voto di fiducia sul governo ma è un voto nel merito della riforma”.

Intanto un invito ai colleghi di partito ad aderire alla iniziativa dei radicali in favore di un referendum per parti separate sulla riforma costituzionale è arrivato dal senatore Maurizio Sacconi. E alle parole di Renzi il capogruppo di Forza Italia, Renato Brunetta, su twitter chiude l’ipotesi spacchettamento e ironizza: “Matteo Renzi disperato. Dopo aver detto no, adesso apre a spacchettamento quesiti referendum per addolcire sua annunciata sconfitta”.

In un’intervista anche Carlo De Bendetti ha voluto dire la sua.

“Il combinato disposto della proposta di modifica costituzionale e di una legge elettorale pensata per un sistema bipolare in un sistema tripolare consente a una minoranza anche modesta di prendersi tutto, dalla Camera al Quirinale. È un pericolo che l’Italia non può correre”. E quindi trae le conseguenze in vista del referendum confermativo: “Spero di non essere costretto a votare no. La riforma ha molti aspetti positivi. Ma se l’Italicum non cambia, esprimerò la mia contrarietà. Per questo mi auguro che intervenga la Consulta. O che lo cambi prima Renzi”.

E l’Ingegnere propone anche come cambiare: “Il Mattarellum è compatibile con le riforme costituzionali e non comporta i rischi dell’Italicum”. Perché, spiega De Benedetti, “uno non può fare una legge elettorale in base alla situazione esistente; ma non può non tenerne conto. Altrimenti Renzi rischia di diventare il Fassino d’Italia”.