Referendum, Renzi tenta di chiudere il caso ‘partigiani’. Bersani: “Se Pd diviso, io libero”

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Referendum, Renzi tenta di chiudere il caso ‘partigiani’. Bersani: “Se Pd diviso, io libero”

24 Maggio 2016

 

Matteo Renzi difende a spada tratta la Boschi nella nuova polemica scoppiata sui partigiani a  favore della riforma costituzionale. E prova a chiudere la questione: “Non vedo gaffe, quella dell’Anpi è una posizione legittima, ci sono i veri partigiani che voteranno sì e quelli che voteranno no, e noi abbiamo rispetto per tutti i partigiani”.

Che, comunica, poi, le sue decisioni: elezioni nel 2018 in  caso di vittoria, a casa in caso di sconfitta. Insieme alla Boschi. E chiosa: “Non bisogna aver paura di andare controcorrente, quelli che lisciano il pelo alla gente devono fare un altro mestiere”. Finito il primo week end di raccolta firme, sul sito dem ‘Basta un sì’ è stato pubblicato il manifesto a favore della riforma, firmato da 184 accademici, come l’ex rettore della Bocconi Guido Tabellini, Tiziano Treu, Franco Bassanini, Angelo Panebianco, Michele Salvati.

Intanto, Renzi, pur tenendo netta la distinzione tra referendum per il quale “si vota sul futuro dell’Italia” e comunali nelle quali “si vota sui sindaci”, ha messo a punto l’agenda della prossima settimana. Con tappe a Torino, Milano, Bologna e Roma per dare una spinta ai candidati dem. Il Pd è infatti convinto che tutto si giocherà ai ballottaggi, primo obiettivo del Pd in una competizione che si mostra come tutt’altro che semplice.

Nel dibattito, prendendo una posizione decisa, si è inserito anche Napolitano: “Ci vuole libertà per tutti ma nessuno però può dire: io difendo la Costituzione votando no e gli altri non lo fanno. Mi reca un’offesa profonda”. Interviene anche Bersani. Che nell’invitare il governo ad abbassare i toni, in vista del referendum, non usa mezzi termini: “Se si cambiano le carte in tavola, se si costruisce una strategia per cui l’esito è spaccare il campo democratico allora mi sento libero. Basta demagogia, si è passato il segno”.

L’ex segretario ha deciso di passare all’attacco della Boschi dopo al sua frase sui partigiani: “Questa frase della ministra Boschi è stata offensiva in modo sanguinoso per tanti anziani e partigiani, quindi adesso mettiamo i freni e pensiamoci un attimo alla conduzione di questo partito. Rivolgiamoci alla gente che pensa di votare no con un passo avanti, per esempio presentando una proposta di legge per l’elezione diretta dei senatori”. Per concludere con il passaggio un po’ più forte:  “Se l’obiettivo non è la riforma ma diventa altro, ad esempio legare l’esito al destino del governo, o costruire futuri schieramenti politici”, a quel punto si sentirà libero rispetto alla sua decisione di votare sì al referendum. “Chi dice no non è ostile al superamento del bicameralismo ma obietta un eccesso di centralismo o, come obietto anche io, nel combinato disposto con l’Italicum deforma in parte il meccanismo democratico”.