Referendum: Renzi va in Sicilia, ma i sondaggi premiano il NO
15 Novembre 2016
Riecco Matteo Renzi in Sicilia, per la terza volta in due mesi e appena venti giorni dopo l’ultima visita. Giro istituzionale, a parlare di ricerca e salute a Catania, di infrastrutture nel cuore della Sicilia dove cedono le strade, di agricoltura e lavoro a Palermo. Ma è anche un tour elettorale: oggi pomeriggio, dopo la tappa catanese, il premier sarà a Ragusa e Siracusa, le stesse città dove Pier Luigi Bersani otto giorni fa parlò pubblicamente contro la riforma.
I sondaggi però sono implacabili: tre istituti dicono che il No oscilla fra il 54 e il 56 per cento al Meridione, con la Sicilia attestata sulla cifra più robusta. Renzi prova a invertire la rotta e annuncerà, tra l’altro, recenti impegni del governo per il Mezzogiorno: dai cinque miliardi del Patto fino agli sgravi contributivi per le assunzioni in sette regioni meridionali (fra cui la Sicilia) contenuti in un emendamento del Pd alla Camera.
Fino al via libera, deliberato da Invitalia, al finanziamento pubblico da 22 milioni di euro per Blutec, la società che ha riaperto l’ex fabbrica Fiat di Termini Imerese. E nel Nisseno, domani, il presidente del Consiglio illustrerà l’attività del governo per i lavori pubblici, controfirmando il contratto fra Anas e Regione che vale 500 milioni accanto a un cantiere simbolo, quello della galleria sulla statale Caltanissetta- Agrigento che si sta realizzando grazie a una fresa tra le più grandi d’Europa.
Proprio da qui dunque, Renzi proverà ad invertire la rotta e annuncerà, tra l’altro, recenti impegni del governo per il Mezzogiorno. E arriva anche il commento di Berlusconi:“la bocciatura di questa riforma al referendum consentirà di scrivere una legge condivisa”, poiché “questa è una riforma pericolosa e con l’Italicum c’è il rischio di una deriva autoritaria”.