Referendum voucher, così l’ennesima riforma renziana rischia di essere smantellata
14 Marzo 2017
Ora è ufficiale. I referendum popolari sull’”abrogazione di disposizioni limitative della responsabilità solidale in materia di appalti” e sull’”abrogazione di disposizioni sul lavoro accessorio (voucher)” si terranno domenica 28 maggio 2017.
Inutile dire che il quesito più delicato è quello che si riferisce ai buoni di lavoro e che chiede l’abrogazione delle disposizioni sul lavoro accessorio contenute nel Jobs act, presentata da Renzi & Co. come la “riforma delle riforme” per il mondo del lavoro ma che, invece, ha finito per produrre precarietà e sfruttamento.
L’attuale normativa sui voucher, del 2003 – poi modificata diverse volte – prevede che i buoni siano usati per pagare alcuni tipi di prestazioni accessorie. Questo sistema, però, ha consentito fino ad ora ai datori di lavoro di usare questo meccanismo per retribuire lavoratori che spesso occasionali non sono. Secondo molte denunce, infatti, i voucher sarebbero stati usati per mascherare delle forme di lavoro in nero. Ecco perché le misure contenute nel Jobs Act che hanno di fatto innalzato il tetto massimo di reddito dei voucher da 5mila a 7mila euro non hanno fatto altro che favorire questo meccanismo. Non a caso, lo stesso ministro Poletti, riconoscendo le criticità, ha ammesso la necessità di un nuovo intervento soprattutto in materia di tracciabilità dei voucher.
Ecco perché, in fretta e furia, il governo punta a cambiare la disciplina prima della consultazione, grazie anche ad un serrato confronto con le parti, al fine di “ammortizzare” il più possibile le conseguenze politiche dei risultati referendari. Come dire: visti i precedenti ( vedi 4 dicembre 2016) meglio prevenire che curare.
Infatti già lo scorso 9 marzo, è iniziato l’iter della proposta di modifica in commissione Lavoro. “Andremo in Aula nel più breve tempo possibile”, ha detto il presidente della commissione, Cesare Damiano, del Pd, che ha spiegato: “Martedì è prevista l’adozione del testo del disegno di legge in commissione, mercoledì il termine per gli emendamenti. A meno che il governo non decida di utilizzare il testo in un decreto legge”.
Il nuovo testo prevede che il lavoratore pagato con voucher non potrà ricevere compensi annui superiori ai cinquemila euro, riducendo così la soglia degli attuali settemila euro. Confermato, invece, il tetto di duemila euro per ciascun committente. Con questo sistema, vengono escluse dall’uso dei voucher le imprese da un dipendente in su.
Insomma, il 28 maggio prossimo rischia di diventare un altro dark day per Renzi, dato che l’ennesima riforma del suo governo rischia di essere bocciata anche dagli elettori dopo che è stato proprio l’attuale governo, a maggioranza Pd, a prenderne le distanze.