Regeni: Egitto apre su tabulati, le mosse di Londra
12 Aprile 2016
Mentre il ministro degli esteri egiziano Shoukry fa sapere che aggirando la Costituzione il suo Paese potrebbe fornire all’Italia tabulati e traffico telefonico relativi all’inchiesta sull’omicidio di Giulio Regeni, il Foreign Office britannico sostiene la petizione avanzata da ambienti accademici italiani e di Cambridge, in cui si chiede verità all’Egitto sul caso del ricercatore ammazzato al Cairo e ritrovato con evidenti segni di tortura sul corpo. La petizione è già stata sottoscritta da diecimila persone.
“Abbiamo sollevato il caso con le autorità egiziane sia a Londra sia al Cairo, sottolineando la necessità di un’indagine completa e trasparente”, ha detto un portavoce del Foreign Office. “Rimaniamo in contatto con le autorità italiane e con quelle dell’Egitto, mentre i nostri pensieri vanno al signor Regeni e alla sua famiglia in questo tempo difficile”. Londra sembra voler sostenere l’Italia nella sua richiesta di verità, ma gli inglesi qualche settimana fa hanno congelato i beni del signor Mohamed al Massari, un dissidente accusato di essere stato incaricato e pagato dall’ex leader libico Gheddafi per assassinare il principe ereditario dell’Arabia saudita. Ne parla l’Independent.
Insomma, da una parte Londra assicura all’Italia che farà pressioni sull’Egitto per Regeni, rispondendo alle sollecitazioni degli accademici sulla petizione; dall’altra tira fuori la storia di Al Massari e del misterioso attentato al principe saudita. I sauditi sono alleati di ferro dell’Egitto ed è come se il messaggio trasversale fosse va bene la trasparenza su Regeni ma Al Sisi non va destabilizzato, perché sostiene il governo libico di Tobruk, insieme agli stessi sauditi, ai russi e ai francesi. E agli inglesi, naturalmente, ai quali Gheddafi non è mai piaciuto. Attenta Italia che il gioco è complicato.