Regeni: Italia pressa Egitto, Hollande fa affari con Al Sisi

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Regeni: Italia pressa Egitto, Hollande fa affari con Al Sisi

14 Aprile 2016

Il presidente Hollande sarà con 60 aziende francesi al Cairo, in Egitto, il prossimo 18 aprile. Lo fa sapere il ministero del Commercio e dell’industria egiziano attraverso un comunicato che sprizza soddisfazione. “La visita del presidente Hollande avrà riflessi positivi sul rilancio delle relazioni bilaterali a livello economico e commerciale”, aveva detto il ministro Qabil incontrando l’ambasciatore francese al Cairo. Un vertice per favorire gli incontri “business to business” e discutere di progetti comuni, durante il quale verranno firmati “numerosi accordi e memorandum d’intesa”,  dall’energia elettrica ai trasporti. “L’Egitto potrebbe diventare la porta dei prodotti francesi verso il mercato arabo e africano”, ha detto il ministro egiziano.

Hollande sarà per due giorni in Egitto, dove incontrerà il presidente al Sisi, il primo ministro Sherif Ismail e visiterà la Camera dei Rappresentanti ovvero il parlamento egiziano. Il ministro degli Esteri francese, Jean-Marc Ayrault si era recato al Cairo nelle settimane scorse per formalizzare il vertice, mentre la portaerei nucleare Charles de Gaulle ha svolto manovre aeronavali congiunte – l’operazione “Ramses 2016” – con la marina militare egiziana nel Mediterraneo orientale. La Francia quindi intende rafforzare le proprie relazioni diplomatiche ed economiche con l’Egitto, proprio nei giorni in cui è più forte la polemica politica tra Roma e il Cairo per il caso Regeni. Parigi, insomma, fa il suo gioco, com’è avvenuto già in Libia.

“Mi rifiuto di pensare che qualcuno punti a una rottura dei nostri rapporti per fare affari con l’Egitto, sarebbe gravissimo”, ha commentato in un’intervista al Corriere il presidente della Commissione Difesa del Senato, Nicola Latorre. Eppure non si tratta solo di Parigi, anche Londra e Mosca, come abbiamo raccontato nei giorni scorsi, avrebbero un interesse nel veder aumentare la spaccatura di Roma col Cairo, tanto più che questi tre Paesi insieme all’Arabia Saudita tifano per il governo di Tobruk in Libia. Secondo alcuni osservatori, la francese  Total vorrebbe aggiungersi ad Eni nel cuore degli egiziani, anche se per adesso l’accordo su Zohr, il mega giacimento scoperto dal gruppo guidato da De Scalzi, è quello che conta di più per il Cairo. Ma un domani non è chiaro cosa succederebbe se le relazioni tra Italia ed Egitto si complicassero ulteriormente.

Secondo la rivista “The Local” anche in questa chiave andrebbe letta la visita forse precipitosa di Renzi in Iran, un modo per trovare altre sponde nel mondo islamico, se le relazioni con Al Sisi dovessero guastarsi del tutto. L’Italia infatti è stato il primo Paese a visitare Teheran dopo la fine delle sanzioni, nonostante i rapporti drammatici di Amnesty, che ricordano come nella Repubblica islamica si contino un migliaio di esecuzioni all’anno, benedette dai vertici dello stato religioso.

Tornando all’Egitto, il Cairo ha appena scelto di ‘passare’ alla Arabia Saudita la sovranità delle isole Tiran e Sanafir, davanti a Sharm El Sheikh, avendo in cambio 20 miliardi di dollari; una mossa che secondo gli esperti non è certo sgradita a Israele (e agli Usa). Mossa che potrebbe spiegare gli attacchi ricevuti nei giorni scorsi da Al Sisi sui media egiziani. Uno scenario complesso e in continua evoluzione, che ha il suo baricentro sulla sponda sud del Mediterraneo, in Egitto, ma anche rispetto alla futura stabilizzazione libica. Scenario che l’Italia dovrà seguire con attenzione se non vuole perdere posizioni in questo teatro.