Regionali. Affluenza in calo: alle 22 ha votato solo il 47% degli elettori

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Regionali. Affluenza in calo: alle 22 ha votato solo il 47% degli elettori

Regionali. Affluenza in calo: alle 22 ha votato solo il 47% degli elettori

29 Marzo 2010

Affluenza in forte calo nelle elezioni regionali che si svolgono in 13 regioni. Le rilevazioni alle 22 peggiorano il trend già registrato alle 19, con una percentuale di votanti, per le regionali, che si attesta attorno al 47%, in flessione di quasi 9 punti rispetto alle analoghe elezioni del 2005. Oltre che per le regionali, si vota anche in 4 province e 462 comuni e anche queste consultazioni amministrative vedono una notevole diminuzione di votanti, nell’ordine dei 3-4 punti.

Record negativo dell’affluenza nel Lazio che, probabilmente dopo il caos delle liste, vede il divario superare addirittura i 12 punti e una buona parte delle regioni (7 su 13) in cui, alla chiusura dei seggi domenica alle 22, la percentuale dei votanti non ha raggiunto il 45% degli aventi diritto. È questo il dato chiave che emerge dalle prime rilevazioni sulle elezioni regionali in corso, che rappresentano un importante test politico a livello nazionale.

Nelle nove regioni in cui si vota – Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Umbria, Lazio, Campania e Basilicata – i cui dati elettorali fluiscono al ministero dell’Interno, la percentuali di votanti rilevata alle ore 22 di domenica è stata del 47,1%, in calo di circa 9 punti rispetto al 2005 (precedenti omologhe 56,0%).

Nel Comune di Roma, secondo dati del Campidoglio, l’affluenza è stata del 41,30%, contro il 54,42% del 2005, con una diminuzione di 13,12 punti percentuali. La regione con la più alta affluenza è stata l’Emilia Romagna (51,5%, comunque quasi 10 punti in meno rispetto al 2005, 61,1%)), seguita da Lombardia (49,3%), Veneto (49,2%), Piemonte (47,6%), Umbria (46,3%) e Basilicata (45,3%). E poi Liguria (43,5%), Lazio (43,4%, calo del 12,5%), Campania (43,3%). Per quanto riguarda le regioni che gestiscono in proprio la comunicazione di dati elettorali, la Toscana ha chiuso la giornata di domenica con un’affluenza del 43,96%, contro il 54,6% di cinque anni fa; le Marche con il 44,88% (-10,03%); la Puglia con il 44,04%; la Calabria, la regione italiana con la minore affluenza, con il 41,40%

Secondo i dati del ministero dell’Interno, alle ore 19 solo il 34,90% dei 41 milioni di italiani chiamati alle urne è andato a votare (i dati riguardano solo 9 delle 13 regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Umbria, Lazio, Campania e Basilicata mentre quelli relativi allaToscana, Marche, Puglia e Calabria non affluiscono invece al Ministero dell’Interno). Il dato è in netto calo rispetto alla tornata precedente, quando si era registrata, alla stessa ora, un’affluenza del 41,96 per cento. 

Oltre al Lazio, affluenza in calo anche in Umbria nei 1028 seggi elettorali dove 713.678 cittadini sono chiamati alle urne per il rinnovo del consiglio regionale. Alle ore 19 avevano votato il 34,5 per cento degli elettori, in calo di oltre 8 punti rispetto alle regionali del 2005 (42,8%). Alle politiche del 2008 aveva votato il 53,8 per cento. Già i dati di mezzogiorno indicavano una flessione di votanti in tutta la regione ma con un calo di poco meno di tre punti rispetto alle regionali del 2005, che è cresciuto in modo consistente nel pomeriggio. Nel comune di Perugia alle 19 aveva votato il 35,9% degli aventi diritto (43,8% alle regionali 2005; 55,2% alle politiche 2008 e 62,1 alle regionali del 2000). Sempre a Perugia a mezzogiorno aveva votato il 9,7% degli aventi diritto con un calo di circa tre punti rispetto alle precedenti regionali, così come nel comune di Terni dove a mezzogiorno aveva però votato solo il 7,90 per cento degli elettori.

Alle ore 19 in Campania ha votato per le regionali lo 29,3 per cento degli elettori, in calo di oltre cinque punti rispetto alle precedenti omologhe (34,9% alle regionali 2005; 40,2% alle politiche 2008). A Napoli città ha votato il 26,6% degli aventi diritto (33,2% alle regionali 2005; 38,2% alle politiche 2008).

Cala l’affluenza alle urne anche in Puglia dove le operazioni di voto si svolgono senza problemi e risultano costituiti regolarmente tutti i 4003 seggi allestiti. Stamani i quattro candidati alla presidenza della Regione Puglia sono andati a votare, dichiarandosi "estremamente sereni". Il governatore uscente, Nichi Vendola (Sel), che si ricandida in Puglia per il centrosinistra è andato a votare intorno alle 11.30 a Terlizzi, nella scuola elementare Don Bosco, accompagnato dalla sorella. Abito grigio, camicia bianca, cravatta primaverile molto colorata, Vendola ha detto ai giornalisti che erano ad attenderlo: "Il mio è stato un ‘corpo a corpo’ con i pugliesi, una campagna elettorale che ho iniziato in pratica dallo scorso mese di giugno, quando ho deciso di ricandidarmi". Il candidato del centrodestra Rocco Palese, abito grigio e cravatta regimental blu e gialla, ha votato intorno alle 10.30 nella scuola elementare De Amicis ad Acquarica del Capo (Lecce). Lo ha accompagnato il sindaco di Acquarica, Francesco Ferraro. "È stata una bella esperienza – ha detto ai giornalisti – perché la cosa che mi ha più emozionato in questa campagna elettorale è stata quella di essere chiamato per nome dalla gente per strada". La sen.Adriana Poli Bortone ha votato intorno alle 12 a Lecce nel liceo classico "Virgilio", via G. Presta. "Oggi – ha detto ai giornalisti – è una bella giornata di sole e di caldo e spero che la gente, dopo la passeggiata, vada a votare". Michele Rizzi, infine, ha votato a Barletta (Bari), alle 11,30, nella scuola elementare ‘Fraggianni’, in via Timavo. "La mia – ha detto – è stata una candidatura di rottura".

Probabilmente anche la bella giornata primaverile e il passaggio, proprio al notte scorsa, all’ora legale può aver influito sulle decisioni della gente, spingendo molti a posticipare il voto a domani. Ma solo il dato finale potrà effettivamente consentire una lettura politica delle cifre e del tasso di astensionismo, tenuto conto del fatto che queste regionali rappresentano un test molto importante, con molte incognite sui risultati, in alcune regioni chiave, e coinvolgono un corpo elettorale consistente, costituito da ben 41 milioni di potenziali elettori.

Chi, ovviamente, si è recato alle urne sono i candidati alla carica di governatore: ovunque, già ieri mattina, i contendenti in lizza hanno già votato. Così come hanno votato i big nazionali: Silvio Berlusconi alle 11.45 a Milano ("Se molliamo ci troviamo Di Pietro", ha dichiarato il premier lasciando il seggio), e Pierluigi Bersani a Piacenza, che interpellato sulla campagna elettorale ha detto: "Poteva essere migliore se ci fosse stato un confronto diretto tra i contendenti".

Tutto regolare, al momento, sul fronte delle operazioni di voto. Anche in Campania, dove in seguito alle denunce dei giorni scorsi su episodi di compravendita di pacchetti di voti, si temeva per possibili brogli, al momento non si sono registrati problemi e la task force ad hoc disposta a Napoli dalla Prefettura sta continuando il suo monitoraggio.

Tra le curiosità che arrivano dalle Regioni, da segnalare la protesta in Calabria degli abitanti di Bocchigliero, piccolo comune del Cosentino, che si sentono abbandonati dallo Stato e hanno disertato le urne: solo 8 elettori su 2.594 si sono presentati ai seggi. In Emilia-Romagna per la prima volta votano anche gli oltre 16.000 elettori concentrati nei sette comuni della Valmarecchia passati recentemente dalle Marche al Riminese. Pochi alle urne anche in Lombardia, dove i giovani, se non da elettori, si sono recati ai seggi almeno come scrutatori. A Milano l’80% di quanti oggi e domani sono impegnati nelle sezioni elettorali ha meno di 40 anni. Sono studenti, lavoratori precari, disoccupati: in tempi di crisi, i 120 euro di compenso possono tornare utili.