Regionali, il centrosinistra ci ripensa e valuta la via del ricorso per irregolarità

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Regionali, il centrosinistra ci ripensa e valuta la via del ricorso per irregolarità

13 Marzo 2012

Se ci trovassimo davanti a un osservatore esterno, la situazione post-voto per le Regionali in Molise potremmo provare a spiegarla così: il governatore uscente, Michele Iorio, ha vinto di pochissimo (circa 1.500 voti) battendo lo sfidante, Paolo Di Laura Frattura. Nei giorni immediatamente successivi al voto, l’esiguo margine di vantaggio ha imposto – obiettivamente anche per una questione di rispetto della volontà popolare – di accertare che la vittoria fosse stata attribuita a chi effettivamente aveva avuto più voti. Così, dopo giorni in cui il centrosinistra ha lanciato pesanti sospetti di brogli (si è arrivati addirittura a sostenere che alcune schede pro-Fattura erano state rinvenute sotto alcuni ponti) è partito il riconteggio, chiesto – naturalmente – anche dal centrodestra. I primi accertamenti a campione hanno subito mostrato che, in realtà, l’errore nello spoglio è stato minimo, fisiologico per un’elezione e comunque relativo a numeri nemmeno lontanamente utili per poter immaginare di invalidare la vittoria di Iorio. Adesso che il riconteggio va avanti, e dovrebbe ancora continuare per molto tempo, il centrosinistra pare averci ripensato. Il riconteggio non va più bene, meglio puntare su un ricorso al Tar per irregolarità. Più immediato ed efficace.

Nonostante la posizione del centrosinistra si sia capovolta nel giro di pochi mesi, si stanno comunque cominciando ad alzare i primi malumori. Già, perché anche su cosa fare adesso non tutti sono d’accordo. C’è chi spinge per un tentativo di “rovesciare” rapidamente Iorio per via giudiziaria (attraverso un ricorso al Tar per irregolarità sulla presentazione delle liste che, se passasse, renderebbe nullo il voto di novembre) e chi, al contrario, sta cominciando a pensare che il posto da consigliere regionale, seppure di opposizione, non è poi così male ed è meglio tenerselo bello stretto anziché buttarsi in una nuova (e rischiosa) campagna elettorale. Quindi è meglio proseguire con il riconteggio, che durerà ancora molto e lascerà gli eletti tranquilli al loro posto. Anche di opposizione.

Il leader dello schieramento di centrosinistra, Paolo Di Laura Frattura, ha invece adottato uno stratagemma linguistico per celare il fatto che la sua posizione sul riconteggio è radicalmente cambiata: “Mi sono candidato per governare il Molise, non per fare il consigliere di opposizione”, ha spiegato. “Se i molisani, in elezioni regolari, mi vorranno assegnare questo ruolo lo svolgerà fino in fondo”. Ma ora il problema, secondo Frattura, è accertare la verità sul voto per le Regionali.

Tradotto: il riconteggio va per le lunghe, servono altre strade. Come quella del Tar, che potrebbe con una sentenza rapida annullare l’esito delle elezioni. Davanti a questa ipotesi è sbottato il coordinatore regionale del Pdl, Ulisse Di Giacomo: la sinistra, è il succo del suo ragionamento, è “schizofrenica”. Adesso “lo diciamo noi del Pdl che bisogna andare avanti e verificare l’esito del voto”. Poi una stoccata: “A sinistra conoscono già la decisione dei giudici del Tar?”. Ecco, quello che si ripropone nel piccolo Molise è la pratica dell’uso strumentale del potere giudiziario ai fini elettorali. La cattiva abitudine di cercare vie alternative al governo, purtroppo, non passa mai di moda. Ma stavolta il centrodestra è deciso a non mollare: il centrosinistra ha provato l’arma giudiziaria per sconfiggere Iorio? Bene, adesso si va fino in fondo e si accerta il vincitore, anche se dovessero servire mesi. I cittadini hanno il diritto di sapere che chi li governa è legittimato a farlo. O forse qualcuno, su questo punto, ha cambiato idea?