Regionali, Quagliariello: “Da Area Popolare strategia chiara ma c’è chi fa finta di non vedere”

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Regionali, Quagliariello: “Da Area Popolare strategia chiara ma c’è chi fa finta di non vedere”

Regionali, Quagliariello: “Da Area Popolare strategia chiara ma c’è chi fa finta di non vedere”

24 Maggio 2015

"Piegare la realtà ai propri convincimenti è la specialità del Giornale di Alessandro Sallusti. Anche quando tra le due entità – realtà e convincimenti – non c’è compatibilità alcuna. E’ il caso di Ncd – Area Popolare e delle elezioni regionali". Lo scrive sulla sua pagina Facebook Gaetano Quagliariello, coordinatore nazionale di Ncd. "Per mesi – osserva Quagliariello – la Pravda berlusconiana aveva pronosticato che nelle sette regioni al voto ci saremmo posizionati un po’ di qua e un po’ di là, a seconda delle convenienze. E invece ci siamo schierati sempre di qua: in sette regioni su sette siamo alternativi al Pd e capofila di un centrodestra rinnovato e inclusivo. Spiazzati per aver toppato le previsioni, al Giornale hanno elaborato una nuova teoria, secondo la quale noi di Ncd-AP saremmo in campo con una parte ma d’accordo con l’altra. Candidati contro il Pd alle regionali ma smaniosi di entrare nel renziano partito della nazione. La prova sarebbe l’assenza dei nomi dei candidati presidenti (Toti e Caldoro) nei simboli della Liguria e della Campania. Ridicolo. Ebbene, gli amici del Giornale di famiglia sono talmente attenti da non essersi accorti che nelle altre regioni, dalle Marche alla Puglia, dall’Umbria alla Toscana e via dicendo, l’Area Popolare che ci onoriamo di rappresentare esprime i candidati alla presidenza, che hanno sposato il nostro progetto politico al punto da fondere con noi in una lista unitaria i loro movimenti territoriali. Da qui i nomi nei simboli. Per il resto, da bravi cronisti sarebbe bastata una telefonata a Giovanni Toti per scoprire che è stato lui a non volere il suo nome nel nostro simbolo. Una telefonata magari non allunga la vita, ma certamente – conclude il coordinatore Ncd – avrebbe salvato il Giornale da una figuraccia".