Regno Unito, Blair esorta gli elettori a votare candidati anti-Brexit. Perfino conservatori
24 Aprile 2017
di Redazione
Tony Blair, l’ex primo ministro del Regno Unito ed ex leader del Labour, secondo quanto riferisce il “Financial Times”, è intervenuto nella campagna per le elezioni politiche anticipate che si terranno l’8 giugno esortando gli elettori a sostenere altri partiti, e perfino candidati conservatori, se ciò potesse risultare funzionale a mandare alla Camera dei Comuni un maggior numero di deputati contrari alla Brexit.
Intervento che non ha evitato le critiche, innanzittutto, degli esponenti del partito e tra gli attivisti di sinistra, perché potrebbe ostacolare l’attuale leader laborista, Jeremy Corbyn: la sua squadra ha ammesso che le dichiarazioni di Blair non aiutano. Per l’ex premier, comunque, l’unica priorità resta non firmare “un assegno in bianco per una Brexit a ogni costo” al governo di Theresa May. L’uscita dall’Unione Europea, ha, infatti, detto in un’intervista radiofonica alla Bbc ipotizzando il voto tattico, è la questione più importante del nostro tempo, “più grande dell’appartenenza a un partito. La linea che Theresa May e il Partito conservatore stanno perseguendo è ottenere un rafforzamento della sua posizione nel negoziato.
Ciò che è essenziale comprendere, tuttavia, è che lei ha già le mani legate in questa trattativa perché ha tolto dal tavolo l’unica cosa che certamente sarebbe migliore per l’industria e per il commercio britannici, ovvero l’appartenenza al mercato unico”, ha spiegato Blair.
E quando gli è stato chiesto se ciò possa anche voler dire scegliere un liberaldemocratico in alcuni collegi, Blair ha risposto: “Quello che sostengo può significare ciò. Può significare votare Labour. Può significare, comunque, votare Tory, per candidati pronti a questo impegno”. Ad ogni modo il ritorno di Blair in prima linea sulla scena politica è improbabile. Non otterrebbe neanche un collegio sicuro, dicono.