Renata fa la squadra: fuori l’Udc, dentro La Destra. In Giunta solo due donne

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Renata fa la squadra: fuori l’Udc, dentro La Destra. In Giunta solo due donne

26 Aprile 2010

Una giunta varata con il bilancino, dopo nottate di incontri e l’ok definitivo di Berlusconi. Se Zaia in Veneto ha impiegato due giorni per decidere i suoi assessori Renata Polverini si è presa tutto il tempo a sua disposizione. Ed eccola la sua giunta: tredici assessori, due donne, e quindi quote rosa garantite seppur al minimo, dentro La Destra e Udc fuori dai giochi e divisioni quasi chirurgiche tra ex An e ex forzisti.

La squadra di assessori nominata spiega che nel Lazio, nonostante il caos liste, gli equilibri non sono cambiati. Nulla appare mutato e il cambio di vertici invocato da molti è lontano. In pratica comandano sempre gli stessi. Basta scorrere i nomi per capirlo. Escluse le due donne e la delega al Bilancio, dove la Polverini ha voluto Stefano Cetica, suo uomo di fiducia ed ex segretario generale dell’Ugl, per assegnare le dieci poltrone è stato applicato un rigido manuale Cencelli.

Sei assessorati agli azzurri, quattro agli uomini di via della Scrofa. Per gli ex forzisti entrano Fabio Armeni (sponsorizzato dal senatore Paolo Barelli), con il ruolo di vicepresidente e con delega all’urbanistica e al territorio, Paolo Battistoni (legato al sottosegretario Francesco Giro) all’Agricoltura, Giuseppe Cangemi (appartenete alla corrente romana di Cesare Previti e candidato del coordinatore romano Gianni Sammarco) agli enti locali e alla sicurezza e Marco Mattei (sponsorizzato dal coordinatore regionale Alfredo Pallone) all’ambiente.

La scelta di questi ultimi due nomi spiega molte cose. Cangemi e Mattei hanno avuto la meglio su personaggi come De Lillo, Maselli, Robilotta, veri pezzi da novanta qui nel Lazio. Aver scelto loro è stata la conferma di come sia Gianni Sammarco sia Alfredo Pallone, nonostante siano stati indicati come corresponsabili del caos liste, abbiano ancora molta voce in capitolo.

Anche tra gli ex An c’è stato equilibrio quasi perfetto tra le principali componenti: un posto ciascuno per Fabio Rampelli, Andrea Augello, Gianni Alemanno. E quindi Francesco Lollobrigida a mobilità e trasporti, Luca Malcotti alle infrastrutture e lavori pubblici, Pietro Di Paolo ad attività produttive e rifiuti. Sugli ultimi due la Polverini aveva avanzato dei dubbi ma alla fine le perplessità sono state superate. Il quarto ex An è Antonio Cicchetti, ex sindaco di Rieti, capogruppo uscente, amico personale di Maurizio Gasparri: per lui c’è l’Istruzione e la cultura. Torna a ruggire La Destra di Storace che piazza Teodoro Buontempo all’assessorato alla casa e alla tutela dei consumatori. La delega al turismo va a Stefano Zappalà, ex azzurro e molto legato al senatore di Latina Claudio Fazzone.

Le due donne sono Mariella Zezza, amica del Presidente Polverini, capolista della lista civica ma non eletta in consiglio: avrà il lavoro, politiche sociali e famiglia. L’altra è Fabiana Santini, assistente di Scajola, alla quale andranno le deleghe ad arte sport e politiche giovanili.

L’Udc rimane fuori dai giochi e paga la politica dei due forni. Niente uomini nella giunta del Lazio e automatica decisione di garantire appoggio esterno. La Polverini avrà fatto bene i suoi conti. Adesso, in consiglio regionale, la sua maggioranza rischia di avere vita difficile: i centristi hanno 6 consiglieri, quanto basta per creare dei grattacapi all’inesperto gruppo di consiglieri di centrodestra, dove abbondano gli eletti della “Lista Polverini”. Senza l’appoggio dell’Udc la Polverini in consiglio può contare di una maggioranza di appena tre consiglieri.

Ma le polemiche non sono destinate a finire qui. Gli esclusi promettono battaglia e chiedono un risarcimento politico. Specie chi si era impegnato nella logica delle adozioni per drenare i voti del Pdl sulla lista civica. Ad oggi si ritrovano con un pugno di mosche in mano. Le promesse che fece all’epoca Berlusconi, “impegnatevi lo stesso sarete premiati” echeggiano ancora nell’aria.