Renzi: 80 euro a pensioni minime per distrarre da Tempa Rossa
05 Aprile 2016
Renzi riesuma #Matteorisponde, l’appuntamento social sospeso un paio di anni fa e che oggi, vista la mala parata dopo il caso petrolio, il premier riutilizza per fare quello che conosce meglio, promesse. Dopo aver detto che non andrà a Matera per evitare polemiche su cosa sta avvenendo in Basilicata, Renzi ha pensato bene di deviare l’attenzione dell’opinione pubblica parlando degli 80 euro e annunciando appunto che il governo vuole estenderli anche “a chi prende la pensione minima”, aggiungendo però “vedremo se saremo in grado di farlo”.
Altro argomento clou il referendum del 17 aprile sulle trivelle, che il premier si augura “fallisca”, imputandone i costi a chi lo ha proposto. “Noi siamo leader sulle energie rinnovabili in Europa: quelli che dicono il contrario dicono il falso. No alle bugie. Ci confermiamo leader al 17,1% nel 2014, con dati superiori alla Francia, alla Germania e al Regno Unito. L’obiettivo è arrivare al 50% delle rinnovabili entro fine legislatura sul totale dell’energia elettrica”, aggiunge poi il premier per non scontentare gli ambientalisti. “Il referendum non parla di nuove trivelle ma di tirar fuori il gas e petrolio che c’è. Se decidiamo di dire basta andiamo fuori a comprare dagli arabi e dai russi? Io sono per usare quello che c’è. Spero che questo referendum che potrebbe bloccare 11mila posti di lavoro, fallisca”.
Peccato che sia lo stesso presidente del Consiglio che non si è sforzato di contrastare il parlamento quando è passato l’emendamento sulle 12 miglia, una delle ragioni per cui gli investitori stranieri del settore fuggono dall’Italia, visti i rivolgimenti continui delle norme e l’oppressione burocratica. “Tempa rossa è una delle misure che abbiamo sbloccato. Ne sono orgoglioso”, rivendica poi il premier prendendosela con gli alferi della decrescita felice. “Per crescere ci vogliono le aziende, aziende che rispettino le regole e chi decide se vengono rispettate sono le sentenze passate in giudicato, come dice la Costituzione, non i troll della Casaleggio”. Sarà , ma Shell è andata via dall’Italia prima dello scandalo, portandosi via importanti investimenti a Taranto.
“E’ sacrificabile Lupi, è sacrificabile la Guidi ma non la Boschi. Altrimenti l’avrebbe fatta dimettere dopo il caso Banca Etruria”, il commento del grillino Luigi di Maio su Tempa Ross. Il fisco? Anche in questo caso Renzi è elusivo: “Semplificare è più urgente di abbassare le tasse”. Lo scontro con la magistratura? Solo un “incoraggiamento” a “fare il più veloce possibile e a parlare con le loro sentenze”. “Sto invitando i magistrati a correre per beccare i ladri e metterli in galera. Se blocco le opere il paese è finito”. Ma subito arriva la stroncatura di Massimo D’Alema: “Il premier è intemperante, ed è pure simpatico ad alcuni per la sua intemperanza, ma il momento in cui ti mettono sotto inchiesta il ministro è quello meno adatto per dire quello che ha detto Renzi sulla magistratura”. Così Massimo D’Alema ospite di Lilli Gruber a ‘Otto e mezzo’ su La7.
“Renzi – aggiunge D’Alema – è un uomo che divide, che lacera. Sembra essere più interessato a combattere il suo mondo che non i suoi avversari e questo per un leader della sinistra è un peccato capitale perché poi alle elezioni si perde, mica si vince”. Nell’appuntamento online si parla anche di canone Rai, “lo abbiamo abbassato da 130,50 a 100 euro”, peccato che adesso lo pagherà anche chi non vede la tv, per finire con la politica estera. “Non siamo in guerra,” dice il premier. “Dei gruppi terroristici attentano alla nostra libertà e indipendenza e vogliono farci vivere nel terrore. Ma se diciamo che siamo in guerra facciamo il loro gioco” e “sulla Libia c’è stato un passo in avanti vero, il governo Al Serraj è un promettentissimo inizio ma ci andiamo con i piedi di piombo. Speriamo che lavorino nel modo più inclusivo possibile”.
E con il “promettentissimo” governo libico si chiude anche questa nuova inondazione di proclami renziani, gli 80 euro ai pensionati proprio nelle ore in cui i magistrati tornano a Potenza dopo aver fatto visita (“necessaria”) al ministro Boschi. L’aria è quella da campagna elettorale, ma chissà se gli elettori si faranno prendere in giro così.