Renzi a ruota libera su riforme, Italicum e unioni civili

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Renzi a ruota libera su riforme, Italicum e unioni civili

14 Aprile 2016

‘Renzi in diretta’, va a ruota libera. Sulla leggere elettorale, si ostina: «non si cambia». E ancora. «Entro il mese di aprile potremo firmare la legge sulle unioni civili». E, poco importa, si fa per dire, se a proposito si è abbandonato a tutta una serie di dichiarazioni insensate. Come il fantomatico riferimento all’articolo 2, che non esiste, perché all’esame dell’aula c’è il maxiemendamento, che è fatto di un unico articolo. Passa, poi, alla Pubblica Amministrazione, ora che «si sono finalmente ridotti i comparti, possiamo iniziare la discussione sui rinnovi dei contratti». 

Sono questi alcuni dei passaggi più significativi del botta e risposta del premier Matteo Renzi con i lettori su Twitter e Facebook nella diretta #Matteorisponde. Il sottosegretario Tommaso Nannicini, intanto, ha annunciato che il decreto sul bonus cultura da 500 euro per i 18enni «è pronto» e ci sarà «un “market place” con una applicazione». E spiega che «stime attendibili parlano di circa due miliardi di evasione fiscale recuperati e 3-4 miliardi incassati con la “voluntary disclosure”».

E’ di ieri sera la notizia che il cda di Cassa Depositi e presiti ha dato il via libera all’ingresso di Cdp nel fondo Atlante con un importo fino a 500 milioni.  Intesa Sanpalo e UniCredit sarebbero disponibili a investire un miliardo a testa, e un terzo miliardo dovrebbe arrivare dalle altre banche medie e piccole. Il premier ha voluto, ancora, prendere le distanze da una eccessiva personalizzazione dello scontro in occasione del referendum costituzionale previsto a ottobre: «C’è il rischio che il referendum sulla riforma costituzionale si trasformi in una consultazione pro o contro Renzi, ma la riforma costituzionale deve essere votata sul Senato, sulle regioni, sul funzionamento della democrazia, non su di me». E in caso di sconfitta: «Devo trarre le conseguenze se non ce la facciamo e vada a casa». Ed è tornato a tessere le lodi della riforma costituzionale, definita «un gigantesco passo avanti che porta l’Italia nel futuro».

Quanto al ponte sullo stretto, nessuna nuova. Ha ribatito la solita cantilena: «è un’opera che sicuramente si farà» ma solo «dopo che si sono risolte le opere pubbliche prioritarie per la Calabria e la Sicilia».