Renzi al Museo dei Bronzi, “cultura del sì” a targhe alterne
30 Aprile 2016
Matteo Renzi si ricorda del Sud, rende omaggio ai Bronzi di Riace, inaugura il Museo Nazionale di Reggio, assicura che la Salerno-Reggio sarà pronta entro la fine dell’anno, e soprattutto propina agli italiani una nuova puntata dello show “cultura dei sì” contro gufi e similia. I “professionisti delle polemiche”, li chiama Renzi. “Quelli che, dalla mattina alla sera, vogliono dire sempre di no su tutto, quelli a cui non va bene mai niente, quelli che vogliono raccontare il Sud soltanto come una scenografia di criminali”.
“Poi ci sono quelli che, molto modestamente, con tutti i loro limiti, con tutte le difficoltà, provano a dire sì”, prosegue Renzi. “A questa Italia che dice sì vorrei che si unisse il coraggio e la determinazione del popolo calabrese”. “Oggi si inaugura un museo,” il museo dei bronzi di riace, “oggi si firmano due patti, ma oggi, soprattutto, credo che dobbiamo dare spazio all’Italia che ha voglia di dire sì al futuro. Dirlo in un museo archeologico è ancora più bello perché questo passato ha senso soltanto se noi saremo capaci di investire nel futuro”.
Orbene, questa storiella della cultura del sì ci sembra di averla sentita altre volte. Per esempio quando il premier andava dicendo che bisogna smetterla con la sindrome del Nimby che impedisce di fare questa o quella grande opera, la Tav o le più modeste estrazioni offshore. Sì, sì, sì, poi però quando è arrivato il momento della prova del nove, il recente referendum sulle trivelle, invece di dire agli italiani sì all’energia, allo sviluppo, al lavoro, il premier per scontentare il minor numero possibile di elettori ha preferito mandarli al mare.
Detto ciò altre due modeste osservazioni. “Il dato del 15 per cento dei turisti stranieri al Sud è poco, ma è in miglioramento. Quando siamo arrivati nel 2014, l’intera area sotto Roma aveva un dato di turisti stranieri inferiore alla provincia di Bolzano”.”Ma non vi viene la rabbia nel cuore quando pensate che insieme Calabria, Puglia, Sicilia e Campania, tutto questo ben di Dio, per non parlare della Sicilia, fa meno della provincia di Bolzano?”. Piange il cuore, ma ancora di più preoccupa l’idea che davvero qualcuno al governo pensi che il Mezzogiorno possa ripartire solo grazie al bronzo di riace, alle nostre meraviglie naturali, paesaggistiche e culturali (magari con una spruzzata di nuovo ‘welfare dell’immigrazione’).
Secondo cosa. Qualcuno avverta l’alleato di Renzi, Alfano e l’Ncd, che il Ponte sullo Stretto per ora è rimandato. “Sicuramente è alla nostra attenzione,” dice Renzi, “ma prima ci sono da completare opere più importanti come la Salerno-Reggio Calabria e la situazione relativa ai collegamenti, per esempio l’alta velocità Napoli-Palermo. Solo dopo si potrà parlare del ponte sullo Stretto”. A proposito, il premier torna a parlare anche di banda larga. Almeno possiamo competere con Grecia e qualche Paese dell’Est.