Renzi e Berlusconi divisi sul presidenzialismo. Anzi no.

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Renzi e Berlusconi divisi sul presidenzialismo. Anzi no.

05 Giugno 2013

Le prime scintille arrivano sul presidenzialismo. Berlusconi e Renzi iniziano a prendersi le misure per quella che forse sarà una delle campagne elettorali o comunque una delle sfide politiche più straordinarie degli ultimi anni. Ad attaccare, com’è normale che sia, è il giovane leone del Pd, dopo che il giaguaro aveva chiesto l’elezione diretta del Capo dello Stato e una riforma in chiave semipresidenziale. Il Cav. nonostante l’accanimento giudiziario che continua a riservargli la magistratura, non perde di vista l’obiettivo ultimo del Governo Letta, le riforme. Dice di avere "grande fiducia" che stavolta si facciano, le considera "indispensabili per governare il Paese", vuole un premier che nomini e cambi i suoi ministri e una forma di governo semipresidenziale. "Abbiano un governo forte che puo’ fare quelle riforme che una sola parte non poteva fare. Un governo forte anche nei confronti dell’Europa", spiega il premier in una intervista a T9. "A Roma adesso il problema sembra essere il presidenzialismo", ribatte Renzi, "Invece oggi l’unica cosa di cui ci sarebbe bisogno è dar certezza con un sistema elettorale come quello dei sindaci". Per Renzi prima viene la riforma della legge elettorale, poi il resto. "Che sia presidenzialismo o premierato, non è importante la formula. Basta che sia seria con pesi e contrappesi". Insomma, ancora una volta le distanze tra Renzi e Berlusconi non sono poi così grandi e il modello del "Sindaco d’Italia" probabilmente non dispiacerebbe neppure al Cav. "La guerra civile è finita", chiosa Silvio. Se mai quel modello presidenziale e troppo "personale" dispiace al segretario del Pd Epifani, che ieri ed oggi è tornato a frenare e a prendere tempo in materia.