Renzi e D’Alema e la sfida a colpi d’insulti: da Telecom a Banca Etruria
13 Luglio 2016
Renzi ha capito che la continua aggressione ai grillini non sta portando i risultati sperati. Ha voluto difendere Virginia Raggi (“facciamola lavorare”) e approva che la sindaca sia andata ieri in periferia: a Tor Bella Monaca, a verificare personalmente la situazione dell’immondizia: “Il presidente del consiglio fa un altro lavoro. Non faccio comparsate show, noi abbiamo messo dei soldi per le periferie: 100 milioni per gli impianti sportivi, 500 milioni nella legge di Stabilità ai comuni”.
Parlando di Europa, ha, invece, voluto rassicurare: “Non è l’Italia il malato dell’Europa. Non è più così, tutti insieme, con la Merkel, Hollande, possiamo fare un buon lavoro, purché ci sia rispetto per noi”. E in merito all’uscita del Regno Unito dell’Ue aggiunge: “Il dato di fatto della Brexit è un rallentamento dell’economia europea ma io sono convinto che farà più male a loro che a noi. Ad esempio noi stiamo provando con Beppe Sala a portare a Milano un po’ di istituzioni finanziarie che sono a Londra” come l’Eba (Autorità bancaria europea) e l’Agenzia europea per i medicinali (Ema).
Consapevole del fatto che, nell’ultimo periodo non devono essere i grillini i suoi nemici, ha deciso di insistere su D’Alema. Quest’ultimo si è messo a muso dura da un po’ e così, piano piano stanno arrivando tutte le stoccate renziane. “Mi accusano di non essere di sinistra: c’è stato un governo di sinistra che ha privatizzato la Telecom dandola ai Capitani coraggiosi, con operazioni molto discutibili. Ogni riferimento al governo D’Alema è puramente casuale. Poi c’è chi invece fa la banda larga, una grande infrastruttura pubblica”.
E la reazione furibonda di D’Alema non si è lasciata attendere: “Telecom era una società privata, Palazzo Chigi non c’entrava nulla. Piuttosto Renzi potrebbe parlarci delle fughe di notizie su banca Etruria e dell’insider trading, argomento che forse conosce bene”. Del resto, già in un’intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno aveva chiesto un intervento della magistratura sull’argomento: “I magistrati fanno discorsi interessanti, a volte comizi. Ma le indagini su questioni rilevanti come le manovre speculative sul decreto per le banche popolari si fanno?”.
Il Pd ha reagito con i medesimi toni aspri: “D’Alema che attacca sulle banche è davvero il colmo. Se sa qualcosa vada in Procura, altrimenti eviti polemiche inutili”, ha detto Alessia Morani. E Stefano Esposito ha aggiunto: “D’Alema lasci perdere le banche, che poi magari ci si ricorda di quando guidava lui il partito”.
L’ex premier ha preso realmente sul serio il ruolo di antagonista a Renzi e in Puglia ha detto: “Se qualcuno pensava che una generazione si spegnesse si sbaglia di grosso, pensate a Sanders: io non mi sono mai sentito così bene e pronto alla lotta”. Il tentativo è quello, comunque, di trascinare con la minoranza dem.
Da Brexit alle banche, dalle periferie alla legge elettorale. E poi Equitalia e la sindaca di Roma, la banda larga, Telecom: è uno scontro infinito quello tra Renzi e D’Alema. Ma il premier ha dalla sua la capacità di fare più spot elettorali e di affabularsi l’opinione pubblica. L’ultima trovata è a proposito di Equitalia: “Entro l’anno arriverà il decreto che cambierà il modo di pagare il fisco ed entro l’anno bye bye Equitalia”.