Renzi e le tasse, una bufala tira l’altra
23 Agosto 2016
Nella sua eNews, Matteo Renzi continua a sorprendersi che gli italiani non apprezzino la politica fiscale del suo Governo. Ad agosto, sostiene il premier, “si parla di tanti temi, alcuni interessanti altri incomprensibili e giustificati solo dalla penuria di notizie diverse. Ma quello che non riesco a capire, lo confesso, è il dibattito sulle tasse”, e giù con la propaganda su RyanAir, gli 80 euro (che taglio fiscale non sono), gli effetti del Jobs Act (disoccupazione giovanile ai massimi storici soprattutto nel Mezzogiorno), tasse sulla casa (l’Italia è fatta di tanti proprietari di seconde case, che hanno avuto spesso in eredità dai nonni o dalla zia Concetta una casetta al paesello. Cosa dice Renzi a tutti costoro, che continueranno a pagare?).
Per Renzi bisogna “continuare a ridurre le tasse per i cittadini, fare di tutto per incentivare il lavoro e produrre ricchezza, perché solo così riparte la nostra economia”. Ovviamente chi non la pensa come lui, come al solito, viene retrocesso a “noia o bufale: qualcuno ha provato a diffondere la notizia che all’importo del canone Rai in bolletta fosse applicata l’Iva, roba da matti”. Ma che il canone si pagherà in bolletta, questo è certo. Renzi si dimentica tante altre cose a cominciare dalla promessa fatta agli italiani che durante il mese di agosto ci sarebbe stata una moratoria per gli avvisi fiscali e altri tipi di versamenti. Promessa che è rimasta tale. Come pure il premier nulla dice sulle 275 scadenze fiscali che l’agenzia delle entrate ha il piacere di concentrare proprio nei mesi estivi, nel periodo di luglio e agosto, giacché per i tartassati è meglio non andare mai in vacanza.
Ma non era Renzi che parlava di semplificazione e riduzione degli adempimenti? Sugli 80 euro ricordiamo che un numero ancora imprecisato di lavoratori dovranno restituire l’intero importo – oppure rateizzarlo vista l’entità della cifra in ballo. I dati in ogni caso parlano chiaro: i contribuenti italiani pagano 28 miliardi di tasse in più rispetto alla media europea. I nostri imprenditori perdono 269 ore all’anno per adempimenti burocratici, 92 ore in più rispetto alla media europea. Sugli imprenditori grava una pressione fiscale complessiva del 64,8% a fronte della media europea del 40%. La PA ha raggiunto 65 miliardi di debiti con le imprese per beni e servizi, oltre ad aver accumulato ritardi abissali nei pagamenti. Se questo è mettere al primo posto la questione fiscale, il premier questa estate deve aver preso un colpo di sole.