Renzi, Gaza e la politica italiana nel Mediterraneo

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Renzi, Gaza e la politica italiana nel Mediterraneo

03 Agosto 2014

Anche l’operazione Protective Edge si avvia a una conclusione. Un film già visto nel 2008 con l’operazione Cast Lead e poi nel 2012 con Pillar of Defense. Ogni volta la storia si ripete: Israele viene attaccato, risponde alla aggressione, subisce una condanna internazionale, decide di ritirarsi. Hamas si indebolisce, torna a rafforzarsi, ricomincia a lanciare razzi sulle città ebraiche.

Solo che stavolta qualcosa è andato storto per i fascisti islamici abili a vendersi sui media occidentali usando i palestinesi come carne da macello. L’Egitto di Morsi doveva essere il grande padrino della "resistenza" islamista e invece con il ritorno dei militari al potere sembra essere diventato una spina nel fianco per Hamas. Grossa così.

Sui grandi giornali del Cairo le relazioni con l’hamastan hanno toccato il fondo: "Grazie Netanyahu e possa Iddio darci la forza come ha fatto con te di distruggere Hamas", ha twittato non qualche rabbino ultraortodosso di Gerusalemme ma una delle firme di punta del giornale Al Ahram. Basta ascoltare qualsiasi telegiornale nostrano per apprendere del ruolo che l’Egitto starebbe giocando per far passare Gaza sotto il controllo della Autorità palestinese. 

Per i militari egiziani, Hamas ormai sembra un rottame di cui liberarsi al più presto, tanto più che il gruppo terrorista era spalleggiato da quella Fratellanza Musulmana oggi bandita nel "nuovo" Egitto di Al Sisi. E’ la volta buona per liberare Gaza? Magari anche dalla Jihad islamica che ha rotto l’ultima tregua dicono su input degli ayatollah?

Bene ha fatto il premier Renzi a volare in Egitto per incontrare il presidente Al Sisi. I rapporti tra Roma e il Cairo sono strategici, non da oggi, sia da un punto di vista economico che geopolitico. Come pure quelli tra Egitto e Ue. Ma sappiamo che in questo momento Bruxelles non ha una Lady Pesc (non che se ne senta la mancanza…) e che la nuova commissione entrerà in funzione non prima della fine dell’anno, vista la delicata e lunga partita sulle nomine. 

L’Italia alla guida del semestre può puntare sui bilaterali contribuendo a sostenere il Cairo nella messa al bando di Hamas? Renzi potrebbe provarci cercando di dare maggiore incidenza alla azione in politica estera dell’Italia e dell’Europa. Sarebbe l’occasione per aggiornare la politica estera del nostro Paese e di modificare l’altrettanto stantia agenda europea.

L’importante è non cadere nel paradosso per cui, mentre gli egiziani sostengono apertamente le operazioni militari israeliane a Gaza, in Occidente si persevera con i soliti equilibrismi per non scontentare nessuno. E’ vero, la storia torna spesso con vesti di farsa. Le primavere arabe dopo essere precipitate nell’inverno islamico di Morsi hanno visto tornare in auge i militari alla Mubarak.

Ma considerando il fatto che l’Occidente non ha mosso un dito per far sì che le istanze di cambiamento democratico che arrivavano dalla società araba trovassero spazio, ora dobbiamo accontentarci realisticamente della situazione che ci si prospetta davanti. E cercare di coglierne i frutti.