Renzi, il Re di Norvegia e il petrolio
09 Aprile 2016
di redazione
A tenere banco è stata la mancata stretta di mano tra il premier Matteo Renzi e il re di Norvegia, quando al termine del picchetto d’onore in onore del sovrano il premier italiano ha allungato la mano verso il sovrano Harald V, senza essere ricambiato. Si è scoperto poi che nel protocollo reale norvegese chi porge per primo la mano è il re, cosa che probabilmente Renzi ignorava. Gaffe a parte, la visita dei reali norvegesi in Italia non va sottovalutata e chiama in causa una parola su cui in questi giorni il governo Renzi sta tremando, petrolio. L’accordo stipulato in queste ore a Milano tra Italia e Norvegia in tema d’energia, alla presenza dei reali, tra la norvegese ONS e l’italiana OMC, riguarda infatti la promozione delle attività petrolifere tra i due Paesi. “Italian-Norvegian Energy Dialogue”, questo il nome della iniziativa, coinvolge ONS forte nel mare del Nord e OMC più focalizzata sul Mediterraneo. OMC è la stessa organizzazione che ogni due anni tiene a Ravenna uno degli eventi clou dell’offshore mondiale.
“Attraverso questa collaborazione – ha dichiarato il presidente di ONS, Leif Johan Sevland – ci auguriamo di accrescere la vicinanza dei due mercati”. “Le recenti scoperte di gas proiettano il Mediterraneo come hub naturale dei flussi energetici tra Africa ed Europa” ha aggiunto l’ad di OMC, Innocenzo Titone. All’incontro istituzionale con i reali hanno partecipato la presidente di Eni, Emma Marcegaglia, e i ceo di Saipem, Stefano Cao, e di Edison, Marc Benayoun. La coppia reale formata da Re Harald V e dalla regina Sonja ha anche partecipato ad altri eventi milanesi, come il Seed Forum, una sorta di sfida Italia-Norvegia tra start up del design, oltre ad un incontro in Bocconi dedicato al fashion. Elegantissimo il sovrano, in completo scuro e cravatta color argento, e la regina, in tailleur turchese. In Bocconi, i reali hanno presenziato al programma “Fashion Skills for Scale. Growing Successfully in International Markets”, organizzato da Sda Bocconi per Innovasjon Norge (Innovation Norway), l’ente statale incaricato di sviluppare l’economia norvegese attraverso l’innovazione.
Gaffe a parte, quindi, l’importante è rafforzare le relazioni bilaterali tra i due Paesi. La Norvegia non fa parte dell’Unione Europea ma è un Paese centralle nello scacchiere delle risorse petrolifere. In Norvegia ha riscosso molto successo una recente serie televisiva, Okkupert, in cui si immagina che il premier annunci lo stop alle trivellazioni petrolifere, con tanto di reazione scomposta della Ue, che chiede alla Russia di intervenire militarmente occupando il Paese. Fantapolitica permettendo, l’importante è che adesso l’Italia dimostri di essere un Paese dove si possono fare investimenti nel settore petrolifero, visto che fino adesso, con il Governo Renzi, granzi multinazionali come Shell e aziende di media grandezza hanno preferito andarsene dall’Italia. Scelta comprensibile considerando che l’esecutivo, sulla politica energetica, naviga a vista.