Renzi: Italcum non si tocca. E bacchetta minoranza dem

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Renzi: Italcum non si tocca. E bacchetta minoranza dem

Renzi: Italcum non si tocca. E bacchetta minoranza dem

28 Maggio 2016

Matteo Renzi, in Giappone per il G7 di Ise Shima, risponde alle domande dei giornalisti nel corso della conferenza stampa conclusiva del vertice: “Italicum non si discute, dà la certezza a chi arriva primo di governare. È una legge molto semplice che dice che chi vince le elezioni può governare, è fondamentale nel rapporto tra politici e persone. Ed elimina il rischio degli inciuci permanenti”. 

E, sempre ai giornalisti, intende sottolineare che non c’è alcuna incertezza sulle riserve della minoranza interna del Pd in merito ai criteri di scelta dei senatori. Dichiarando: “Rispetto alle modalità con cui i 100 saranno indicati al Senato. E’ già concluso l’accordo, confermato ai gruppi Pd in assemblea: se la riforma sarà approvata come penso e credo, lasceremo al Parlamento, subito dopo, le modalità della designazione di questi 100″ per il Senato.

Ovviamente, Renzi non rinuncia alla stoccata indirizzata alla minoranza dem.” In un mondo che discute del voto in Austria in cui per un soffio non vince l’altra destra e la discussione aperta in America sul rapporto tra populismo e riforme c’è un centrosinistra che sta approvando le riforme che si attendevano da anni.” In questo quadro, “che il massimo della discussione sia la modalità di designazione dei parlamentari, un dibattito interno e autoreferenziale della classe politica, mi lascia perplesso”. Per passare a fare il sarcastico: “Se a la discussione interna del principale partito deve essere le modalità, capisco le ansie, ma mi sembra riduttivo”.

Per il premier, inoltre, “non può esserci nessun collegamento tra legge elettorale e referendum costituzionale” . Se vince il no, spiega, “ci teniamo le regioni come sono, se vince il sì c’è una riduzione dei politici e del costo dei consiglieri regionali. È una sfida grossa”. 

In questi giorni Cuperlo, alla stampa, ha invece consegnato la sua “analisi storica “Io non penso che alle spalle abbiamo avuto vent’anni che ci hanno consegnato una politica berlusconiana o, oggi, renziana ma penso che sia esistita una ‘politica al tempo di Berlusconi‘, e Renzi, per ragioni anagrafiche, si e’ formato in quella, come molti 30/40enni in questo pezzo della storia della Repubblica, caratterizzata da tante cose positive e negative ma soprattutto da un tratto che ha pesato e pesa molto nel modo di interpretare la leadership, non solo nel mio partito ma in generale sulla scena politica”.