Renzi, la manovra e Bruxelles. I conti non tornano, vedi migranti

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Renzi, la manovra e Bruxelles. I conti non tornano, vedi migranti

21 Ottobre 2016

Nel secondo giorno di vertice a Bruxelles, Matteo Renzi difende la manovra e spiega che la legge di stabilità non cambia anche se arrivassero rilievi dalla Ue. A quanto pare il governo italiano inizia a preoccuparsi su come prenderanno la manovra gli europapaveri.

Prima alla radio e poi in conferenza stampa da Bruxelles, Renzi ci ha tenuto a dire che l’Italia non chiede “flessibilità”, ma uno stato di “eccezionalità” legato a eventi come il sisma in centro Italia e l’emergenza migranti. Su quest’ultimo punto, ieri abbiamo appreso che il sistema delle ricollocazioni è del tutto naufragato: l’Italia ha ricollocato solo un migliaio di migranti. Ma Renzi, troppo impegnato a parlare della manovra, non ha detto nulla sull’ennesimo schiaffo europeo all’Italia.

Renzi se la prende con la Germania, “credo che il bilancio della Germania abbia molti problemi, a cominciare da un surplus commerciale che non rispetta le regole europee e spero che i nostri amici possano provvedere al riequilibrio”, anche se poi dice che Berlino è “paese amico”.

“L’atteggiamento di venire qui e dire sempre di sì non lo potrò mai accettare”, attacca Renzi parlando del funzionamento della Ue. “La legge di stabilità non cambia” e spetta alla Commissione dire se c’è qualcosa che non va”.

“Voglio chiarire che non abbiamo chiesto la flessibilità, perché la flessibilità viene concessa una sola volta: abbiamo chiesto ai sensi delle clausole eccezionali dei trattati per il terremoto e l’immigrazione. Ove ci fossero dei dubbi toccherebbe all’Unione Europea cosa dire che non convince. Ma la sostanza delle misure della legge di stabilità non cambiano”.

Eppure se non ricordiamo male erano stati proprio i ministri del governo a usare la parolina magica, “flessibilità”, “flessibilità”, come se fosse scontato che Bruxelles dovesse garantircela. Mentre la politica del governo, che continua ad essere fondata su sforamento del deficit e dunque un aumento del debito pubblico, non convince, probabilmente neanche Bruxelles.

“Il dialogo continua”, prova a gettare acqua sul fuoco il ministro Padoan. “La Commissione non ha espresso nessun scetticismo. Stiamo seguendo una procedura che si svilupperà nei prossimi giorni, di valutazione puntuale e specifica delle varie misure. Non è una questione generale di atteggiamento scettico”.

Resta il fatto che però stiamo ancora parlando del nulla. Non c’è una legge di bilancio né il decreto fiscale collegato. Nessun testo scritto, solo una serie di annunci che continuano a ripetersi quotidianamente in attesa che la manovra arrivi alla Camera. E con una situazione aperta con Bruxelles che non mostra elementi di chiarezza.

“La manovra sarebbe dovuta arrivare alle Camere ma nulla si è visto e a questo punto non e’ detto che giunga tra domani e lunedì come vociferato”, il commento del movimento 5 Stelle. “Vorremmo sapere cosa ne pensano i presidenti delle Camere e il capo dello Stato”.

“Il pasticcio e la violazione normativa riguardano pure le carte spedite in Europa. Il Documento programmatico di Bilancio, che sarebbe dovuto arrivare a Bruxelles il 17 ottobre, è visibile con data 19 ottobre. E inviare il Dpb alla Commissione senza aver reso note le misure al Parlamento italiano è un atto di una gravità assoluta”.

“Se il governo non passa dalle Camere ora, figuriamoci cosa accadrebbe nel caso in cui vincesse il Si’ alla riforma che concentra maggiori poteri nelle mani del presidente del Consiglio. Siamo allo sbando. Le leggi sono carta straccia, i saldi sono a dir poco ballerini e il governo gioca con Bruxelles una partita diplomatica e di potere, in vista del referendum di dicembre, sulla pelle degli italiani”, conclude il M5S Camera.