Renzi, lavoratori? Aiutati più da Marchionne che dai sindacati
03 Aprile 2016
Il premier Matteo Renzi intervenendo alla scuola di formazione politica del Pd ha detto ancora parole forti contro i sindacati: «Ha fatto più Marchionne… hanno fatto più alcuni imprenditori per i lavoratori che certi sindacalisti».E poi ha risposto agli attacchi di Grillo: «A chi ci attacca su ciò che è prezioso per noi, la nostra comunità, dobbiamo essere pronti a replicare punto su punto».
Nell’approfondire l’argomento Chrysler e lavoro ha aggiunto: «Per me è di sinistra chi crea lavoro, non sto dicendo il ‘compagno Marchionne’, ma il punto chiave è che se tu vuoi un Paese in cui ci siano fabbriche, devi avere imprenditori che ci credono, atteggiamento questo che la sinistra per molto tempo ha respinto. Io difendo Marchionne. La Chrysler era finita. Obama ci ha messo i soldi, Marchionne li ha presi, ha rimesso in moto la Chrysler, oggi le jeep vengono fatte in Basilicata, è una cosa che mi fa impazzire».
Non poteva non affrontare l’argomento che da qui al 17 aprile sarà al centro dei dibattiti: il referendum sulle trivelle.«Il rischio è sprecare energia, è la cosa più sbagliata. Si può discutere di non fare più impianti ma dove ci sono impianti io credo che sia giusto continuare a tenerli in funzione. L’Italia è leader nel mondo». E il peso delle energie rinnovabili, per lui, «dal 33 per cento si può portare un po’ più su, lo faremo ma non in modo tale da sostituire gas e petrolio, dato per scontato che noi il nucleare non lo abbiamo e il carbone è il nostro nemico ed infatti Enel ha chiuso 3 centrali a carbone senza licenziare nessuno».
Ha dovuto dire qualcosina anche a proposito del caso Guidi, ma nella sua Enews: «La disponibilità immediata di Guidi ad un passo indietro ha gettato nel panico le varie opposizioni che a quel punto non sapendo che fare hanno iniziato ad urlare ancora più forte chiedendo le dimissioni dell’intero governo, responsabile non si sa bene di cosa. E presentando l’ennesima mozione di sfiducia. Andremo in Parlamento, spero prima possibile. E ancora una volta il Parlamento potrà mandarci a casa, se vorrà. Ma non credo succederà neanche stavolta».
Renzi sostiene, inoltre, che la nuova mozione di sfiducia al governo sarà bocciata: «Le opposizioni sanno perfettamente che l’unico modo per molti di loro di restare aggrappati ad una poltrona comoda e ben pagata è che questa legislatura vada avanti: con la nuova legge elettorale con le preferenze molti di loro non rientrerebbero in Parlamento nemmeno con le gite scolastiche».
Alcune fonti del Partito Democratico in serata hanno poi reso noto che lunedì rappresentanti del Pd saranno a Massa Carrara per denunciare Di Maio per le accuse di oggi e a Milano per denunciare Grillo per quanto scritto sul suo blog contro i democratici.
Poi, sempre nella sua enews, torna a parlare di occupazione. E nonstante i dati negativi si dice convinto che non ci sia nulla da rimproverare alle manovre del suo esecutivo: «Escono i dati dell’Istat sul lavoro e rispetto al mese precedente c’è un meno 0,2 sulla disoccupazione che passa da 11,5 a 11,7, e un più 0,1 sulla disoccupazione giovanile. Davanti a queste stime non si può che prendere atto di una sostanziale parità. I numeri sono chiari e dimostrano che la situazione occupazionale in due anni è migliorata».
E nella sua Enews spende ancora qualche parola sulla Chrysler: «Oggi i numeri parlano per lui: se la Basilicata produce le Jeep per il mercato americano è merito suo, che ci ha creduto quando tutto il pensiero dominante in Italia sapeva solo criticare. Ricordate quando nei talk show chi lo difendeva prendeva fischi su fischi e gli applausi erano tutti per i sindacalisti anti Marchionne? Guardate i dati della produzione di auto in Italia anche a marzo. Fate il conto dei posti di lavoro. E domandiamoci se – conclude – per quelle che La Pira chiamava "le attese della povera gente" sia più utile creare lavoro o lanciare solo slogan demagogici».
E sul punto è stato costretto ad intervenire il presidente della Commissione lavoro del Senato e ministro del Lavoro del governo Berlusconi Maurizio Sacconi, per chiarire alcuni punti: «Sono costretto a correggere il Presidente Renzi a proposito di coloro che sostennero il piano Marchionne e i sindacati riformisti che lo avevano condiviso. Sei anni fa il governo si schierò per la nuova Pomigliano prima e la nuova Mirafiori poi avendo contro tutto il Pd ma per fortuna il favore dei lavoratori attraverso i referendum. Quello fu uno dei momenti in cui la buona politica ha scommesso sul cambiamento mentre la vecchia politica remava contro ed altri stavano sotto il tavolo ad aspettare di vedere chi avrebbe vinto».