Renzi, Letta non fa la rivoluzione. Meglio così

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Renzi, Letta non fa la rivoluzione. Meglio così

29 Giugno 2013

Che Matteo Renzi inizi a temere la concorrenza di Enrico Letta? Il sindaco d’Italia ieri ha definito il premier "un amico, solido, competente e grande ammiratore dell’Europa", aggiungendo però che siccome Letta sta in un Governo delle larghe intese "tutto quello che fa è pragmatico, non rivoluzionario".

A pensarci bene non è che Renzi dia proprio l’immagine del rivoluzionario che bandiera rossa alla mano conquista il Palazzo d’Inverno. Così come il prossimo probabilmente non sarà un Ottobre rosso. Per cui nella intervista alla tedesca Frankfurt Allgemeine Zeitung c’è forse un timore riflesso tra le pieghe della grande sicurezza che Renzi continua a mostrare in se stesso, quello che Letta regga e piaccia più del previsto agli italiani. 

Letta avanza "a piccoli passi" ma non sarà che proprio questo gradualismo, quei risultati inattesi portati a casa da Bruxelles, e il fatto che a destra qualcuno cominci a guardare al premier non come un pericoloso comunista ma come una figura protagonista in grado di arginare i Vendola e i Grillo, tutto questo insomma alla fine non preoccupi Matteo?

Sarà per questo che il sindaco d’Italia ha preso a diffidare della ipotesi avanzata nel Pd di distinguere tra premiership e segreteria del partito decisa dalle Primarie? "Chi vince le primarie sia candidato premier. Non vorrei diventare capo del Pd per cambiare il partito, ma per cambiare l’italia", ha detto Matteo. Ma più passa il tempo più "l’amico" Letta si rafforza. E con lui lo schieramento trasversale che lo sostiene.