Renzi: sono un buffone se i soldi a maggio non arrivano
14 Marzo 2014
di redazione
Matteo Renzi a Porta a Porta ripete la scommessa lanciata ieri: "Se il 27 maggio i soldi non arrivano vuol dire che Matteo Renzi è un buffone". Il premier si riferisce ai mille euro in tagli alle tasse per 10 milioni di italiani promessi nel suo piano economico. "Una piccola cosa ma che non si è mai fatta", aggiunge. Poi rassicura i pensionati e spiega che la spending review passerà sotto il controllo diretto della presidenza del Consiglio ("d’accordo con Padoan"), se i tagli falliranno sarà "colpa mia". Ma Renzi punta al 2018, ripete che il suo governo è l’ultima occasione per dimostrare che la politica sa e può fare concretamente le cose. L’Irap? Una tassa odiosa. Su chi concentrare gli interventi? I ceti medio bassi. I debiti delle Pa? Saldati entro il 21 settembre. Le coperture? Tagli ai costi della politica, superamento del Senato, vendita delle auto blu, tagli agli stipendi dei manager pubblici, inasprimento della tassazione sulle rendite finanziarie (ma non i Bot), abolizione delle province e tagli alla Difesa, l’elenco è lungo. Secondo Bruno Vespa, Renzi "ricorda proprio il primo Berlusconi, quello del 2001, del patto con gli italiani". E ancora: "Come Berlusconi, ha cominciato a salutare le persone dal cortile e fin dentro lo studio. La platea lo stava a sentire e reagire. Lui è proprio uno straordinario comunicatore. Bisognerà vederlo nei fatti ma televisivamente sfonda".