Renzi subito premier, l’endorsement dei “giovani turchi”

Banner Occidentale
Banner Occidentale
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Renzi subito premier, l’endorsement dei “giovani turchi”

22 Aprile 2013

Non è chiaro perché Matteo Orfini, cioè i "giovani turchi", cioè i fedelissimi e giovani bersaniani che stanno a sinistra del Pd e guardano a un partito socialdemocratico, anti-blairiano e antiliberista, ieri sera a Piazza Pulita abbia fatto endorsement per Matteo Renzi, spiegando che sarà quello il nome da spendere nella Direzione del partito prevista per oggi quando i Democrats dovranno scegliere il nome del premier per il nuovo governo. Qualche ora prima, a Otto e Mezzo, il "Sindaco d’Italia" aveva appena finito di ripetere il suo mantra non troppo liberal sulla sburocratizzazione del mercato del lavoro (si veda Claudio Tito che nell’intervista a Repubblica di ieri chiedeva preoccupato a Renzi "sei liberista?") e annunciava il presidenzialismo. Così, la spiegazione più semplice è stata subito ecco, volete mandarlo al macello, turchi o non turchi volete vendicarvi di Matteo e affossarlo nel prossimo vietnam parlamentare. In realtà forse è vero il contrario. Renzi, che lanciata l’OPA sul partito è molto più prudente di quanto vorrebbe far credere prima di prendersi un impegno di governo, propone un’altra cosa: facciamo il Governo del Presidente, Napolitano ci ha commosso e non lo tradiremo, che i saggi o chi per loro mettano mano alle riforme e poi quando sarà il momento di tornare al voto vedrete che non mancherò all’appuntamento. Per cui, più che di una vendetta, si dovrebbe parlare di un fortunoso e neppure troppo inaspettato allineamento dei Turchi alla linea del nuovo segretario in pectore. Non è una cattiva notizia per chi lavora alle larghe intese e crede al tentativo di riforma messo in piedi dal Presidente Napolitano.