Renzi teme il referendum di ottobre: “Col no alle riforme la Ue non ci fila più”
12 Giugno 2016
“Penso che un presidente del Consiglio debba fare massimo due mandati, sono pronto a firmare una proposta di legge, perché checché ne dica la buon’anima di Andreotti il potere logora”, così il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, a ‘Repubblica delle idee’, dopo che Eugenio Scalfari gli aveva contestato che con il combinato disposto riforma costituzionale e Italicum potrà essere “padrone dell’Italia per i prossimi 15 anni”.
“Con tutto il rispetto di quello che pensava Andreotti, chiunque governi si logora e non si può governare tutta la vita”, ribadisce il premier.
E poi: “Non sono innamorato dell’Italicum e avrei preferito il Matterellum, ma una legge elettorale si fa con le maggioranze che si trovano. E noi possiamo dire di aver vinto facendo passare il ballottaggio, che è un modello fantastico, vicino a quello francese, che consente dopo il voto di avere un vincitore certo. E’ questo il suo punto di forza”.
Ad ogni modo, il premier pone su due piani diversi la riforma costituzionale e l’Italicum: “La riforma è destinata a durare 30 anni, una legge elettorale molto meno». E ammette che sul tema della riforma “forse tutti abbiamo alzato troppo i toni, io per primo. Riportare la discussione sul merito sarà meglio. Ma se sei stato chiamato dal presidente Napolitano a fare le riforme ci devi provare. E se vanno male, come minimo devi andare a casa”. Di qui la riconferma del proposito che se a ottobre vincerà il no, sarà la fine della sua esperienza politica. E la solita litania: “se passa il no l’Italia diventerà ingovernabile, si tornerà agli inciuci, alle larghe intese. E, con le riforme bloccate, in Europa non ci filerà più nessuno”.
E tenendo l’attenzione sull’autorevolezza da conservare in Europa, aggiunge:
“Quando due anni fa a Ypres chiesi di inserire la parola flessibilità nel documento del Consiglio Europeo ero solo come un cane. Era un’eresia, un insulto. Ma ebbi ragione a sostenere quella posizione. E oggi, nei sei mesi che vanno dal bilaterale di agosto a Maranello con la Germania al G7 di marzo che si terrà in Sicilia, lavoreremo al cambio del paradigma dell’austerity. Useremo questo tempo per far uscire la Germania dall’ideologia del rigore. Ci giocheremo il sorpasso su un modello sbagliato come quello dell’austerity”.
Sempre le stesse dichiarazioni, insomma, per Matteo Renzi che interpellato, poi, sull’eventuale Brexit rende noto che “un clamoroso errore” ma “non un dramma“.