Renzi tra pensioni e bollo auto
05 Maggio 2016
Anticipo delle pensioni nella Legge di Stabilità 2017. Ogni cosa slitta di un anno. Lo promette il premier Renzi, via Twitter e Facebook, nella diretta #Matteorisponde. “Il meccanismo di flessibilità si chiamerà Ape: c’è già il simbolo e il logo”. Spiegando: “con la Stabilità 2017 si potrà anticipare, con una decurtazione economica, l’ingresso in pensione solo per un certo periodo di tempo”. Questo strumento mira ad aiutare i lavoratori nati negli anni ’51-53, che sono stati penalizzati dall’aumento dell’età pensionabile stabilità dalla Riforma Fornero.
Quella che viene presentata come una grande novità, in realtà, è molto meno intrigante di come viene descritta. Innanzitutto, la misura sarà operativa solo dall’anno prossimo nonostante il governo si sia fatto carico della questione già da un biennio. In secondo luogo, la possibilità sarà concessa solo a chi nel 2017 avrà un’età compresa tra 64 e 66 anni. È chiaro che l’intento è quello di minimizzare un esborso che il sottosegretario Nannicini aveva quantificato in 5-7 miliardi all’anno.
E non è certo detto poi che tutto fili liscio come l’olio: il premier ha precisato che deve ancora avviarsi il confronto con le parti coinvolte, dai sindacati all’Unione europea. E i rappresentanti dei lavoratori, a partire dalla Cisl, non sembrano, già da ora, contenti. E questi ultimi hanno subito risposto all’appello del Premier: “Attendiamo ora una convocazione rapida da parte del Governo, fuori dagli annunci, per affrontare un tema così delicato ed importante”, ha detto la segretaria generale della CISL, Annamaria Furlan. “Tra reversibilità, rivalutazione degli assegni, flessibilità in uscita e altre ipotesi non è chiaro come si intenda intervenire”, ha affermato più critico il segretario generale della Spi-CGIL, Ivan Pedretti, aggiungendo: “Noi pensiamo che bisognerebbe smetterla con gli annunci e provare a dire concretamente quello che si vuole fare aprendo urgentemente un tavolo di confronto”.
Così come l’ipotesi della staffetta generazionale (con i contributi mancanti pagati dalle imprese), rilanciata dal presidente di Confcooperative, sembra quanto meno più praticabile.
Il premier, poi, non ha chiuso la porta all’ipotesi di abolire il bollo auto sostituendolo con un aumento delle accise. «Non è una cattiva idea, ma intelligente e dall’utilità concreta perché in questo caso pagherebbe solo chi usa, consuma, inquina», ha commentato. Una proposta di legge in quella direzione è stata di recente depositata da ‘Fare!’ e calcola che con 15 centesimi, più o meno, di aumento dell’accisa sui carburanti si potrebbe fare a meno dei 6,5 miliardi di euro che entrano nelle casse dello Stato attraverso il bollo. Renzi, insomma, cerca di espandere il suo orizzonte politico sempre di più verso il centro.